Combattere l’Isis: “Un pericolo per la comunità universitaria”

Scritto dasu 9 Febbraio 2017

Il “Magnifico” Rettore dell’Università Statale di Milano Gianluca Vago avrebbe usato questo virgolettato per spiegare il divieto dell’incontro previsto per lunedì 13 ottobre con Davide Grasso, compagno italiano che nell’estate-autunno si è recato nel Rojava per documentare la rivoluzione in corso, finendo per arruolarsi nelle file delle YPG e combattere l’Isis.

Il Rettore ha addotto “ragioni di opportunità” per giustificare una scelta sotto tutti gli aspetti inaccettabile: per il basilare diritto alla “libertà di espressione” e perché non si capisce quale sarebbe il pericolo cui la comunità accademica sarebbe esposta (pericolo di un pensiero non omologato, di emulazione di una scelta importante  e coraggiosa?). Forse per il Rettore Vago e i suoi colleghi l’Isis va bene combatterlo solo se si è agli ordini delle coalizioni statali che servono ben altri interessi e non per libera e consapevole scelta di lotta.

O forse ancora  il problema reale è che le Università si sono trasformate in questi ultimi anni in luoghi sempre più asfittici e fintamente neutrali, dove quello che interessa riprodurre è un pensiero compatibile con la riproduzione di una futura forza-lavoro docile e incapace di porsi grande domande sulla propria funzione e il mondo che ci circonda.

Gli studenti autorganizzati nell’Assemblea della Statale hanno comunque confermato l’iniziativa e rimandano gli interessati e  le interessate all’appuntamento confermato per lunedì 13 alle 17 presso l’Università Statale di Milano.

Con Davide abbiamo scambiato due parole sul significato di questo divieto. Approfittando della sua presenza ai nostri microfoni gli abbiamo anche chiesto di farci un aggiornamento sugli ultimi avvenimenti del fronte siriano (Aleppo e Rojava) con un pensiero rivolto al corteo milanese di sabato 11 febbraio.

Davide Statale Kurdistan


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