Emilio e la lotta alle frontiere

Scritto dasu 28 Settembre 2021

Emilio Scalzo, attivista No Tav e No Border è stato arrestato in seguito ad un mandato di cattura internazionale emanato dalle autorità francesi, con l’accusa di aver ferito un gendarme durante una manifestazione transfrontaliera svoltasi lo scorso maggio. Emilio, come tant* altr* negli ultimi tre anni si è speso per rendere meno difficile l’attraversamento del confine ai migranti senza documenti in viaggio verso la Francia e il nord Europa.
Un confine quasi invisibile per turisti e viaggiatori con le “carte in regola” è diventato una barriera fatta di neve, gendarmi che inseguono, picchiano e respingono: una violenza intollerabile, contro la quale si battono quelli come Emilio. Negli ultimi anni cinque migranti sono morti nel tentativo di passare la montagna: sarebbero stati molti di più senza i solidali, che hanno occupato due locali per trasformarli in rifugi e si sono messi mezzo per inceppare la macchina dei respingimenti. La manifestazione per la quale è stato arrestato Emilio era una risposta allo sgombero del rifugio autogestito ChezOulx avvenuto nella scorsa primavera.
Dopo una decina di giorni nel carcere delle Vallette Emilio è stato messo ai domiciliari in attesa dell’udienza del 29 settembre in cui verrà esaminata la richiesta di estradizione.
Dal giorno del suo arresto ci sono state numerose iniziative di sostegno: presidi e saluti dal pratone dietro le Vallette, una fiaccolata per le strade di Bussoleno.
Mercoledì 29 alle 9 al tribunale di Torino ci sarà un presidio solidale.

Ne abbiamo parlato con Nicoletta Dosio, che ieri era a sua volta in tribunale per la seconda udienza del processo in cui è accusata di oltre duecento “evasioni” dalle restrizioni crescenti che le sono state imposte dai giudici e che lei, orgogliosamente, rivendica. Il 22 novembre ci sarà la sentenza per le evasioni.

Ascolta la diretta:

 


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