Milano Centrale, sala d’aspetto di terza classe
Scritto dainfosu 18 Giugno 2015
I flussi migratori sono millenari e quindi non possono per antonomasia assumere l’aspetto di fenomeni di emergenza. Ci sono periodi che risultano intensi come prodotto di “complesse interrelazioni tra scelte individuali, contesti familiari e comunitari,dinamiche demografiche, strutture e processi economici e sociali, politiche nazionali e internazionali … dinamiche demografiche o il persistente ritardo economico, il differenziale salariale; l’esodo rurale e l’urbanizzazione … situazioni politiche”, come scrive Corrado Bonifazi su il manifesto di oggi 18 giugno 2015. Ma questo non significa che siano tollerabile impuntature razziste da parte di istituzioni o rifiuti di accoglienza… e tantomeno l’impreparazione è accettabile.
In questi giorni l’Europa intera si è riscoperta razzista e nazionalista, grattando la patina di ipocrisia che le nascondeva. I confini vengono di nuovo chiusi e le persone migranti si trovano intrappolate nei luoghi di transito, come le stazioni; han fatto scalpore le immagini dei bivacchi improvvisati alla Stazione Centrale di Milano, così abbiamo voluto capire meglio come si è evoluta la situazione e quali soluzioni si sono adottate. Per farlo ci siamo rivolti a Rahel del comitato Cambio Passo, mediatori culturali solidali con i rifugiati
rahel_stazione milano_rifugiati
Questa notizia è stata coperta in tedesco da un collaboratore di radioblackout, che si è recato nei giorni scorsi ala Stazione di Milano Centrale proprio per poter testimoniare gli eventi nel momento in cui si svolgevano; potete ascoltare le sue interviste ai cooperanti e leggere il suo articolo a questo indirizzo: