Netanyahu accusa l’Iran sulle armi nucleari: a rischio l’accordo firmato nel 2015

Scritto dasu 2 Maggio 2018

“Teheran mente sfacciatamente sulle sue armi nucleari” e anzi “punta a dotarsi di almeno cinque ordigni nucleari analoghi a quelli utilizzati su Hiroshima”. La denuncia è arrivata in diretta tv dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha presentato quelle che ha definito “le nuove e conclusive prove del programma bellico nucleare iraniano, da anni nascosto alla comunità internazionale”. L’accordo stipulato nel 2015 dall’Iran con le potenze occidentali, secondo il primo ministro, sarebbe dunque “basato sulla menzogna iraniana”. Se per Trump il Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa), l’intesa firmata nel luglio 2015 tra il gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Regno Unito, Francia, Germania) e l’Iran era sempre stato «il peggior accordo mai firmato dagli Stati Uniti», per il premier israeliano era stato sin da subito «un pessimo accordo, un errore di dimensione storica» che minacciava l’esistenza di Israele. Mancano solo 12 giorni alla fatidica data fissata da Trump per decidere se stralciare o meno il Jcpoa e quindi far scattare nuovamente le sanzioni americane. Nonostante i tentativi per salvare l’accordo presentati dal presidente francese Emmanuel Macron in visita la settimana scorsa negli Stati Uniti, Trump non ha voluto sentire ragioni. La partita che ci si appresta giocare è imprevedibile e muove in campo diversi agenti e interessi.

Ne abbiamo parlato con Simone Zoppellaro, giornalista freelance e scrittore

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