Riot Dog, la valle dei cani ribelli

 

Nella prima puntata del 2019 di Liberation Front abbiamo approfondito il progetto di Riot Dog, la valle dei cani ribelli: un rifugio non convenzionale, che mira a superare le gabbie e le visioni antropocentriche del rapporto uomo-cane, per farci riscoprire un altro possibile modo di convivenza tra queste due specie.

Pur essendo spesso presenti nelle nostre vite quotidiane e considerati pure “animali da affezione”, i cani vengono spesso sottoposti a dei traumi molto forti, sia per l’atteggiamento di possesso dei loro “padroni” (che di conseguenza li obbligano a vivere in luoghi o ad assumere atteggiamenti a loro non graditi) che per l’esperienza violenta del canile. Tolti dalle strade e dal loro contesto abituale, il cane randiago viene spesso rinchiuso in delle gabbie che lo segnano profondamente e, se avrà fortuna, verrà poi adottato da qualche umano impietosito. Riot Dog cerca di andare oltre a queste dinamiche, di instaurare con i cani che vivono in questa zona delle colline bolognesi un rapporto diverso, fatto di mutua comprensione, di non possessività, di rispetto delle caratteristiche del singolo e del riconoscimento del valore dell’altro. La finalità è sempre quella dell’adozione, ma condotta con estremo giudizio, in modo tale che chi sceglie di adottare uno di questi cani possa veramente instaurare una relazione intensa ed equilibrata con il cane in questione.

Sorpassando i confini dell’antispecismo, le analogie tra i cani considerati problematici e le persone costrette nelle tenaglie della psichiatria si fanno vedere chiaramente: in entrambi i casi i soggetti vengono allontanati dal contesto sociale, ingabbiati, sottoposti a farmaci e considerati da curare, senza considerare dove risieda la possibile causa dei problemi che essi possano avere, e soprattutto come eliminarla alla radice.

Per info: riotdog.noblogs.org

Per ascoltare l’audio:




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