Foreste, cartografia ed estrattivismo nelle valli piemontesi del XVIII secolo

La tematica dello sfruttamento delle foreste e della loro graduale distruzione a causa delle attività umane è oramai altamente nota e discussa, ma in questa puntata abbiamo voluto approfondire quale sia stata l’origine storica, nel contesto piemontese, del cambio di paradigma che ha portato, a partire dall’inizio del ‘700, all’interesse del potere verso l’estrazione organizzata ed intensiva di legname e metalli nelle valli delle Alpi Occidentali. Attraverso strumenti come la cartografia, il censimento e l’introduzione di nuove leggi e divieti, l’utilizzo libero, comunitario e contadino che fino a quel momento vigeva nei territori boschivi è stato rimpiazzato da proprietà private e progetti estrattivi del Regno, atti a soddisfare la richiesta di legname e metalli per utilizzo bellico o per la costruzione di nuovi palazzi del potere. Ne abbiamo parlato con Martina, autrice dell’articolo “Estrattivismo e rappresentazione. La cartografia piemontese del XVIII secolo” apparso sul numero 64 di Nunatak, rivista di storie, culture, lotte della montagna.

In chiusura, alcune riflessioni sugli utilizzi attuali della “risorsa bosco”, come le modificazioni genetiche (sempre giustificabili attraverso la retorica della lotta al cambiamento climatico), il mercato delle compensazioni di carbonio e il “forest healing”.

Ascolta la puntata qui:

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