Il governo stretto tra l’agenda Draghi e i bisogni della media impresa cari ai leghisti
Scritto dainfosu 27 Novembre 2024
I più importanti giornali del monto finanziario internazionale e di conseguenza il mainstream sono stati scossi ieri dalla notizia dell’opa lanciata da Unicredit per acquisire Banco BPM, banca molto importante nel settore del credito per le imprese di Lombardia e Veneto ma che tocca anche Piemonte ed Emilia Romagna. I consiglieri di BPM si sono detti scandalizzati e preoccupati e soprattutto il governo appare spaccato tra il partito della premier che difende e porta avanti l’agenda Draghi, che prevede e difende i grandi accorpamenti bancari che possano com potere su mercati internazionali monopolizzati dai colossi e la Lega che invece sembra appellarsi al Golden Power, impianto legislativo che ha implementato il potere dello stato di opporsi a operazioni finanziarie che siano strategiche per il Paese e che dal 2022 ha compiuto un passaggio importante sotto l’egida di Draghi, che permette di intervenire anche nel caso che l’operazione avvenga tra imprese italiane. Una vicenda che ricorda per certi versi l’acquisizione di Ubi, altro istituto di credito molto importante per gli imprenditori della bergamasca, da parte di Intesa San Paolo, che aveva finito con scontentare proprio le medie imprese, per forza di cose più legate al territorio.
Abbiamo registrato il contributo di un nostro collaboratore che da tempo lavora nel settore finanziario e bancario per provare a chiarire quali sono gli aspetti più opachi della vicenda che non è evidentemente solo uno scontro tra fautori del libero mercato e sostenitori dell’intervento statale per difendere gli interessi strategici nazionali.
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