","Lavoratori e lavoratrici della Capitanata in corteo a Foggia il 26 settembre","post",1411409993,[60,61,62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/baraccopoli/","http://radioblackout.org/tag/braccianti/","http://radioblackout.org/tag/campi/","http://radioblackout.org/tag/capitanata/","http://radioblackout.org/tag/caporalato/","http://radioblackout.org/tag/foggia/","http://radioblackout.org/tag/gran-ghetto/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/",[27,69,70,25,71,19,29,72],"braccianti","campi","caporalato","sfruttamento",{"post_content":74,"post_title":78,"tags":81},{"matched_tokens":75,"snippet":76,"value":77},[25],"molti/e lavoratori e lavoratrici precari/e della \u003Cmark>Capitanata\u003C/mark> a lanciare il corteo auto-organizzato","Questa mattina abbiamo parlato con Irene, di Campagne in Lotta, per capire cosa ha portato molti/e lavoratori e lavoratrici precari/e della \u003Cmark>Capitanata\u003C/mark> a lanciare il corteo auto-organizzato di venerdì 26 settembre a Foggia. Una manifestazione importante, un tentativo forte di portare alla luce le precarie condizioni di vita e di lavoro di chi lavora nelle campagne della zona e non solo.\r\n\r\nI lavoratori e le lavoratrici, in gran parte migranti e rifugiati, vivono nelle vicinanze di Foggia o da anni passano molti mesi dell'anno nel Grand Ghetto, una delle baraccopoli più grandi del Sud Italia, in un territorio che rappresenta il primo comparto nazionale di produzione e raccolta del pomodoro.\r\n\r\nDa qualche tempo il Grand Ghetto è nuovamente sotto attacco, essendo finito nelle mire legalitarie e repressive di politicanti e istituzioni, che periodicamente minacciano sgomberi (\"svuotamenti\"...) e promettono la costruzione di nuove tendopoli finanziate con milioni di euro. Tendopoli, \"campi\" legalizzati, la cui funzione è quella di gestire e controllare una \"popolazione\" di cui non si prendono mai in considerazione i reali problemi, oltre a quella di depoliticizzare il tema dello sfruttamento lavorativo su cui si basano i profitti di caporali, multinazionali e Grande Distribuzione Organizzata all'interno della filiera agroalimentare.\r\n\r\nChi da anni vive e sopravvive con la raccolta dei pomodori nella zona di Rignano non ha conosciuto altro che precarietà lavorativa e di vita. La politica istituzionale e le varie task force create ad hoc non fanno che confermare la gestione discriminatoria di aperta ghettizzazione nei confronti di chi viene sfruttato nelle campagne, ad ogni latitudine geografica.\r\n\r\nCinque i temi che saranno al centro del corteo del 26 settembre, a Foggia.\r\n\r\n- La possibilità di accedere all’iscrizione anagrafica per i senza fissa dimora (prassi prevista dalla legge, ma applicata in pochissimi comuni italiani) e ottenere la RESIDENZA, requisito fondamentale per rinnovare il permesso di soggiorno e che ad oggi ci viene negata, rendendoci irregolari e dunque ancora più ricattabili.\r\n- Il rispetto da parte della Questura di Foggia dei termini di legge per il rilascio ed il rinnovo delle diverse tipologie di permesso di soggiorno, e la cessazione da parte della Questura stessa di richieste del tutto arbitrarie che contribuiscono a creare irregolarità.\r\n- Controlli effettivi e trasparenti sulle aziende, e garanzie per la tutela dei lavoratori, dal momento che quasi la totalità di noi lavora in modo irregolare, senza effettivo contratto e previdenza, e a paghe infime – soprattutto nel settore agricolo.\r\n- La garanzia di trasporti verso i luoghi di lavoro, che possano eliminare l’intermediazione dei caporali.\r\n- La possibilità di vivere nei centri urbani e avere accesso ad abitazioni normali, rifiutando soluzioni che rispondono a logiche di ghettizzazione.\"\r\n\r\nAscolta il contributo di Irene\r\n\r\nirene tutto",{"matched_tokens":79,"snippet":80,"value":80},[25],"Lavoratori e lavoratrici della \u003Cmark>Capitanata\u003C/mark> in corteo a Foggia il 26 settembre",[82,84,86,88,91,93,95,97],{"matched_tokens":83,"snippet":27},[],{"matched_tokens":85,"snippet":69},[],{"matched_tokens":87,"snippet":70},[],{"matched_tokens":89,"snippet":90},[25],"\u003Cmark>Capitanata\u003C/mark>",{"matched_tokens":92,"snippet":71},[],{"matched_tokens":94,"snippet":19},[],{"matched_tokens":96,"snippet":29},[],{"matched_tokens":98,"snippet":72},[],[100,106,109],{"field":34,"indices":101,"matched_tokens":103,"snippets":105},[102],3,[104],[25],[90],{"field":107,"matched_tokens":108,"snippet":80,"value":80},"post_title",[25],{"field":110,"matched_tokens":111,"snippet":76,"value":77},"post_content",[25],578730123365712000,{"best_field_score":114,"best_field_weight":115,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":46,"score":116,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},"1108091339008",13,"578730123365711979",{"document":118,"highlight":140,"highlights":146,"text_match":149,"text_match_info":150},{"cat_link":119,"category":120,"comment_count":46,"id":121,"is_sticky":46,"permalink":122,"post_author":49,"post_content":123,"post_date":124,"post_excerpt":52,"post_id":121,"post_modified":125,"post_thumbnail":126,"post_thumbnail_html":127,"post_title":128,"post_type":57,"sort_by_date":129,"tag_links":130,"tags":135},[43],[45],"89616","http://radioblackout.org/2024/05/villa-san-giovanni-corteo-no-ponte/","L’idea di realizzare un ponte che unisse la Sicilia alle coste della Calabria venne per primo al re Ferdinando II delle Due Sicilie. Restò solo un’idea, della quale si continuò a parlare anche dopo l’unità d’Italia, quando si valutò anche la possibilità di un collegamento sottomarino, analogo a quello che Napoleone immaginava di realizzare sotto la Manica per unire la Francia all’Inghilterra.\r\nIl primo vero progetto di ponte sospeso fu presentato da un gruppo di ingegneri delle ferrovie nel 1883, ma le condizioni sismiche della zona, testimoniate dal terremoto che si era verificato in Calabria nel 1783 e confermate da quello di Messina del 1908, costrinsero tutti a valutare i rischi della costruzione di un ponte.\r\n\r\nCosì per decenni si alternarono le proposte di ponti e tunnel sottomarini, fino al 1955 quando alcune imprese di costruzioni (Fiat, Pirelli, Italcementi, Finsider, Italstrade) costituirono il Gruppo Ponte di Messina S.p.A. per realizzare studi per la costruzione di un collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia e il continente. Nel 1981 il gruppo diventerà la società concessionaria Stretto di Messina S.p.A. (Italstat e IRI con il 51%, Ferrovie dello Stato, ANAS, Regione Sicilia e Regione Calabria con il 12,25% ciascuno) con la competenza esclusiva della progettazione dell’opera, della realizzazione e dell’esercizio.\r\nIntanto nel 1969 il Ministero dei Lavori Pubblici aveva bandito un “Concorso internazionale di idee” per un progetto di attraversamento dello Stretto, stanziando un fondo di 3,2 miliardi di lire per gli studi preliminari. Furono presentati 143 progetti da studi di progettazione di tutto il mondo. La commissione giudicatrice composta da esperti di ogni disciplina assegnò 12 premi, 6 primi premi e 6 secondi premi ex aequo.\r\nGli esiti del concorso furono ignorati, mentre il progetto redatto dal Gruppo Ponte di Messina S.p.A. che prevedeva una campata unica di 3.300 metri diventò la base per sviluppare negli anni ’80 e ’90 il progetto preliminare per la gara d’appalto.\r\nFu il terzo governo Berlusconi ad assegnare nel 2006 la costruzione del ponte a Eurolink, capitanata da Impregilo S.p.A. che aveva presentato un’offerta per 3,88 miliardi di euro.\r\nL’anno dopo il nuovo governo guidato da Prodi bloccò di nuovo tutto l’iter, che ripartì con il nuovo governo Berlusconi, il quale dichiarò che i lavori sarebbero iniziati nel 2010 per concludersi nel 2016. Il costo previsto per l’opera era intanto diventato di 6,1 miliardi di euro.\r\nNel febbraio 2013 il governo Monti dichiarò il progetto chiuso per mancanza di fondi e avviò la proceduta di liquidazione della società Stretto di Messina che si sarebbe dovuta completare nel 2014. Ancora oggi la procedura non si è conclusa, per la pendenza di questioni irrisolte. La società chiede 300 milioni allo Stato per le attività che ha svolto, mentre in tribunale si difende dalle richieste dei fornitori non pagati. Adesso per riavviare la realizzazione del ponte decisa dal governo Meloni è prevista la riattivazione della società.\r\nIn tutti questi anni la società non ha lavorato gratis. Il personale incaricato di gestire la procedura di liquidazione è costato 214mila euro l’anno di stipendi, al quale vanno aggiunti i costi per il compenso del commissario nominato, per il collegio sindacale, per la società di revisione, per le spese legali…\r\nIl 16 marzo del 2023 il governo Meloni con decreto legge ha stabilito la realizzazione del Ponte sullo Stretto, il MIT stima un costo per la realizzazione dell’opera e di tutte le opere complementari di 15 miliardi di euro. L’inizio dei lavori è fissato nel 2024.\r\nPer il Ponte che non c’è sinora sono stati spesi 300 milioni di euro. Alla sua realizzazione si oppongono da sempre le realtà locali. Il movimento #No Ponte, costituito da comitati, singoli cittadini e movimenti della Sicilia nasce negli anni 2000, per opporsi alla devastazione ambientale e alle attività speculative legate a questa grande opera.\r\nNell’ultimo anno l’opposizione al Ponte si è rianimata, intorno a richieste più ampie che riguardano non solo la salvaguardia del territorio, ma anche la contrarietà a un modello di sviluppo che spaccia per progresso ogni grande opera.\r\nAd agosto del 2023 una grande manifestazione ha chiesto di potenziare le infrastrutture del tutto carenti in Sicilia, la messa in sicurezza della rete idrogeologica e il potenziamento del servizio sanitario, rifiutando la definizione di “ponte green” per quella infrastruttura che distruggerà gli ecosistemi e la biodiversità su un’area di straordinaria importanza ecologica e paesaggistica.\r\nAnche sull’altra sponda dello Stretto si è formata la rete No Ponte Calabria, per opporsi agli espropri che partiranno appena sarà approvato il progetto definitivo, per il quale il comitato scientifico ha espresso parere positivo, ma segnalando ben 68 punti critici. Ha chiesto maggiori verifiche sugli effetti del vento e della resistenza sismica, insieme alle analisi sui materiali che saranno utilizzati. Non proprio dettagli irrilevanti!\r\nIntanto chi si oppone si organizza.\r\nPer il 18 maggio è stata convocata una grande manifestazione che partirà alle 9,30 dalla stazione di Villa San Giovanni con lo slogan che unifica le due sponde: “Difendiamo lo Stretto, difendiamo il nostro futuro”.\r\nNel manifesto di convocazione scrivono: «Dopo decenni di depredazione del meridione e della Calabria in cui è stata smantellata la sanità, i servizi sono stati ridotti al di sotto del livello di sopravvivenza e l’economia è stata impoverita determinando l’emigrazione forzata di intere generazioni, adesso vorrebbero realizzare un’opera priva di qualsiasi utilità pubblica, il tanto famigerato Ponte sullo Stretto che, quand’anche fosse realizzabile, non servirebbe né alla Calabria né alla Sicilia».\r\nNe abbiamo parlato con Gino Sturniolo del movimento No Ponte\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/2024-05-14-sturniolo-no-ponte.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","14 Maggio 2024","2024-05-14 16:47:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/no-ponte-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/no-ponte-300x169.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/no-ponte-300x169.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/no-ponte-768x432.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/no-ponte.png 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Villa San Giovanni. 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Giorgio di Nogaro, dal vicino veneto orientale e da altri paesi ancora per sottolineare come queste politiche istituzionali miopi e regressive sono portate avanti a livello più vasto e toccano tutta la regione, aldilà della casacca che vestono sul fronte partitico.\r\n\r\n \r\n\r\nUn’unità d’intenti quello dell’Osservatorio che non vuole limitarsi solo alla denuncia ma sostenere nelle varie località quelle realtà che già stanno praticando una politica alternativa al mero profitto, lucro e consumismo, mettendo invece al centro delle relazioni la solidarietà, il mutuo appoggio, l’azione diretta e l’autogestione sociale.\r\n\r\n \r\n\r\nQuesto è stato solo l’inizio di un percorso che si fa progetto e condivisione,riprendiamoci le città con le idee, la cultura e l’azione!”","17 Ottobre 2017","2017-10-20 00:22:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/reclaim2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"165\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/reclaim2-300x165.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/reclaim2-300x165.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/reclaim2-768x422.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/reclaim2-200x110.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/reclaim2.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Pordenone. 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Giorgio di Nogaro, dal vicino veneto orientale e da altri paesi ancora per sottolineare come queste politiche istituzionali miopi e regressive sono portate avanti a livello più vasto e toccano tutta la regione, aldilà della casacca che vestono sul fronte partitico.\r\n\r\n \r\n\r\nUn’unità d’intenti quello dell’Osservatorio che non vuole limitarsi solo alla denuncia ma sostenere nelle varie località quelle realtà che già stanno praticando una politica alternativa al mero profitto, lucro e consumismo, mettendo invece al centro delle relazioni la solidarietà, il mutuo appoggio, l’azione diretta e l’autogestione sociale.\r\n\r\n \r\n\r\nQuesto è stato solo l’inizio di un percorso che si fa progetto e condivisione,riprendiamoci le città con le idee, la cultura e l’azione!”",[181],{"field":110,"matched_tokens":182,"snippet":178,"value":179},[143],{"best_field_score":151,"best_field_weight":152,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":153,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},{"document":185,"highlight":210,"highlights":215,"text_match":149,"text_match_info":218},{"cat_link":186,"category":187,"comment_count":46,"id":188,"is_sticky":46,"permalink":189,"post_author":49,"post_content":190,"post_date":191,"post_excerpt":52,"post_id":188,"post_modified":192,"post_thumbnail":193,"post_thumbnail_html":194,"post_title":195,"post_type":57,"sort_by_date":196,"tag_links":197,"tags":205},[43],[45],"39402","http://radioblackout.org/2016/12/governo-vecchi-e-nuovi-democristiani/","Il nuovo governo si è presentato questa mattina alla Camera dei deputati, per chiedere la fiducia. La squadra capitanata da Gentiloni, è di 18 ministri, 12 dei quali già presenti nel governo Renzi.\r\nSebbene molti considerino il nuovo governo un clone di quello precedente, qualche indizio suggerisce che Gentiloni smorzerà le punte più aguzze della politica renziana. Nel suo discorso il primo ministro ha posto l’accento sulla questione meridionale e sulle difficoltà che il governo dovrà rappresentare. Una narrazione che, pur inserita nel tessuto ordito dal suo predecessore, se ne distacca per stile e toni.\r\n\r\nGentiloni ha chiarito che il suo non è un governo di scopo, né di transizione: il nuovo primo ministro intende governare finché avrà la fiducia.\r\n\r\nContro questa prospettiva si muovono forze ed interessi diversi. Da un lato la Lega e il Movimento 5 stelle, che oggi sono saliti sull’Aventino, dall’altro lo stesso Renzi, che scalpita per elezioni a giugno, dopo l’approvazione di una nuova legge elettorale.\r\n\r\nVa da se che con l’Italicum, doppio turno e premio al partito di maggioranza, potrebbe facilmente riprodursi lo schema già visto alle comunali di Roma e Torino, e, prima di Parma e Livorno: il M5S che vince al ballottaggio con il PD, grazie all’appoggio di tutti (o quasi) gli altri partiti.\r\n\r\nIn questo momento il PD e probabilmente Forza Italia puntano ad una legge elettorale proporzionale, che favorisca le alleanze, mettendo nell’angolo il M5S.\r\n\r\nOggi,leggendo gli editoriali di Stampa e Corriere, emergeva in modo chiaro che la borghesia italiana punta ad un governo che arrivi a fine legislatura. Sebbene nel tempo il M5S sia riuscito a divenire un interlocutore affidabile per i blocchi di potere della penisola, resta il fatto che offre migliori garanzie l’usato sicuro piuttosto che il nuovo fresco di mercato.\r\nD’altra parte sinora il PD ha saputo garantire politiche economiche e sociali tali da garantire e favorire la perpetuazione dell’ordine costituito, con pochi rischi di conflitto sociale diffuso.\r\n\r\nE’ quindi possibile che Gentiloni abbia qualche chance di traghettare la propria compagine governativa sino alla primavera del 2018.\r\n\r\nChi si era illuso che tutto cambiasse dopo il referendum, deve fare i conti con il fatto che è bastato sostituire un cocchiere arrogante ad avventato con uno più pacato e prudente, per rimettere in viaggio la carrozza.\r\n\r\nChi invece si indigna perché Mattarella non ha sciolto le Camere ed indetto nuove elezioni, evidentemente conosce poco la Costituzione che ha difeso come ultimo baluardo di libertà.\r\n\r\nNella Costituzione non è prevista l’elezione diretta del governo e l’incarico di formarne uno spetta, in primis, al partito di maggioranza relativa, che in questo caso è il PD.\r\n\r\nVa da se, invece, che il governo Gentiloni dovrà fare i conti sullo slittamento di senso assunto dal referendum costituzionale, dopo la scelta, decisamente avventata di Matteo Renzi di trasformare il si e il no in un giudizio sul suo governo.\r\n\r\nIl “licenziamento” di Giannini pare essere un tentativo di recupero del consenso perduto tra i lavoratori della scuola, tradizionalmente bacino di consenso per il PD.\r\n\r\nTutto questo, va da se, è un gioco che vale finché le pur palpabili tensioni sociali ri-troveranno la via della sottrazione conflittuale dall’istituito. Altrimenti, a metà boa degli anni Dieci, rischiamo di realizzare la più triste delle profezie dei Nostradamus della Prima Repubblica e ci toccherà, comunque vada, morire democristiani.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-12-13-stefano-governogentiloni","13 Dicembre 2016","2016-12-16 12:22:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/Magico-realismo-illusioni-con-la-pittura-15-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"206\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/Magico-realismo-illusioni-con-la-pittura-15-300x206.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/Magico-realismo-illusioni-con-la-pittura-15-300x206.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/Magico-realismo-illusioni-con-la-pittura-15.jpg 698w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Governo. 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E per negoziare l’accordo di pace definitivo sono serviti quattro anni. Per confermare questo accordo, però, sarà necessario aspettare il plebiscito previsto per il 2 ottobre 2016 a cui è chiamata a pronunciarsi la popolazione colombiana.\r\nSu fronti opposti, i favorevoli e i contrari alimentano già un’infuocata disputa tra sostenitori e critici dell’accordo. I colombiani sono profondamente divisi su cosa concedere ai ribelli, sulle conseguenze giudiziarie che questi dovrebbero affrontare, sul fatto che i settemila combattenti delle Farc consegnino o meno le loro armi e sull’opportunità che i ribelli smobilitati possano o meno ricevere incarichi elettivi. Tanta è anche la disinformazione portata avanti da parte della campagna del \"No\" - capitanata dal principale partito d’opposizione, il Centro democratico, di destra, dell’ex presidente Álvaro Uribe - che riporta al popolo colombiano motivazioni slegate da quello che è effettivamente il contenuto dell'accordo.\r\nPer approfondire la questione abbiamo sentito Cristina, colombiana e antropologa dell'Università degli Studi di Torino\r\naccordo_farc","28 Settembre 2016","2016-10-01 09:01:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/Accordo-con-le-Farc-la-Colombia-sulla-strada-della-pace_articleimage-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/Accordo-con-le-Farc-la-Colombia-sulla-strada-della-pace_articleimage-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/Accordo-con-le-Farc-la-Colombia-sulla-strada-della-pace_articleimage-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/Accordo-con-le-Farc-la-Colombia-sulla-strada-della-pace_articleimage-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/Accordo-con-le-Farc-la-Colombia-sulla-strada-della-pace_articleimage.jpg 770w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Colombia. 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Con la stagione della raccolta del pomodoro alle porte, le rivendicazioni portate avanti dai lavoratori della Capitanata riguardano alcune tra le diverse sfere - produttive e riproduttive - in cui da tempo è in atto lo sfruttamento della vita nelle campagne europee: documenti, salario, abitare, trasporti, salute. Lo scorso 3 marzo gli assessori della regione Puglia, governata dal piddino Emiliano, avevano ricevuto una delegazione di lavoratori elargendo le solite vane promesse, risoltesi in un nulla di fatto. Da qui il corteo auto-organizzato di lunedì: i braccianti, da anni costretti a lavorare e vivere in condizioni di estrema precarietà, sono determinati a lottare in prima persona, uscendo dall'invisibilità cui li costringe il sistema economico agro-industriale di cui sono l'ultimo anello della catena.\r\n\r\nQuesta mattina abbiamo sentito Zakariya, bracciante da 8 anni a Borgo Mezzanone (dove guarda caso è attivo un CARA, centro per richiedenti asilo), per una cronaca della mobilitazione di lunedì:\r\n\r\nZakaria bracciante del foggiano\r\n\r\nIl corteo di lunedì si inserisce in un ciclo di mobilitazioni partito nel mese settembre, tramite cui sono già stati ottenuti importanti risultati. In primo luogo sul fronte documenti, contro i sempre lunghissimi tempi d'attesa per il rilascio dei permessi di soggiorno, logica funzionale a mantenere in una condizione di ricattabilità permanente i lavoratori. Le conquiste hanno riguardato il rilascio di permessi umanitari per chi è gravemente sfruttato, la possibilità di rinnovare il permesso di soggiorno senza la residenza (come peraltro previsto dalla normativa, non applicata prima a Foggia), il rilascio di residenze come senza fissa dimora da parte del comune. In secondo luogo sul fronte lavoro, con l'avvio di una vertenza sindacale relativa a contratto, trasporti e casa.\r\n\r\nPer una panoramica dell'attuale situazione nelle campagne della Capitanata e non solo - ricordando in particolare il recente incendio delle baracche dei braccianti a Venosa (PZ), che ieri hanno manifestato sotto la regione Basilicata, e gli ultimi casi di sfruttamento lavorativo emersi nella zona di Castelnuovo Scrivia (AL) - e per un quadro sulle lotte portate avanti dai braccianti negli ultimi mesi, questa mattina abbiamo parlato con Irene di Campagne in Lotta:\r\n\r\nIreneCampagneinLotta\r\n\r\n \r\n\r\n ","13 Maggio 2016","2016-05-16 16:59:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/13179417_1011177665603631_6920245745351479959_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/13179417_1011177665603631_6920245745351479959_n-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/13179417_1011177665603631_6920245745351479959_n-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/13179417_1011177665603631_6920245745351479959_n-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/13179417_1011177665603631_6920245745351479959_n.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Foggia, 9 maggio: non si ferma la lotta dei braccianti",1463158404,[],[],{"post_content":270},{"matched_tokens":271,"snippet":272,"value":273},[25],"portate avanti dai lavoratori della \u003Cmark>Capitanata\u003C/mark> riguardano alcune tra le diverse","Questo lunedì 9 maggio, ancora una volta, circa 200 lavoratori delle campagne sono scesi in strada a Foggia, formando un corteo non autorizzato che ha bloccato la città per diverse ore. 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Da qui il corteo auto-organizzato di lunedì: i braccianti, da anni costretti a lavorare e vivere in condizioni di estrema precarietà, sono determinati a lottare in prima persona, uscendo dall'invisibilità cui li costringe il sistema economico agro-industriale di cui sono l'ultimo anello della catena.\r\n\r\nQuesta mattina abbiamo sentito Zakariya, bracciante da 8 anni a Borgo Mezzanone (dove guarda caso è attivo un CARA, centro per richiedenti asilo), per una cronaca della mobilitazione di lunedì:\r\n\r\nZakaria bracciante del foggiano\r\n\r\nIl corteo di lunedì si inserisce in un ciclo di mobilitazioni partito nel mese settembre, tramite cui sono già stati ottenuti importanti risultati. In primo luogo sul fronte documenti, contro i sempre lunghissimi tempi d'attesa per il rilascio dei permessi di soggiorno, logica funzionale a mantenere in una condizione di ricattabilità permanente i lavoratori. Le conquiste hanno riguardato il rilascio di permessi umanitari per chi è gravemente sfruttato, la possibilità di rinnovare il permesso di soggiorno senza la residenza (come peraltro previsto dalla normativa, non applicata prima a Foggia), il rilascio di residenze come senza fissa dimora da parte del comune. In secondo luogo sul fronte lavoro, con l'avvio di una vertenza sindacale relativa a contratto, trasporti e casa.\r\n\r\nPer una panoramica dell'attuale situazione nelle campagne della \u003Cmark>Capitanata\u003C/mark> e non solo - ricordando in particolare il recente incendio delle baracche dei braccianti a Venosa (PZ), che ieri hanno manifestato sotto la regione Basilicata, e gli ultimi casi di sfruttamento lavorativo emersi nella zona di Castelnuovo Scrivia (AL) - e per un quadro sulle lotte portate avanti dai braccianti negli ultimi mesi, questa mattina abbiamo parlato con Irene di Campagne in Lotta:\r\n\r\nIreneCampagneinLotta\r\n\r\n \r\n\r\n ",[275],{"field":110,"matched_tokens":276,"snippet":272,"value":273},[25],{"best_field_score":151,"best_field_weight":152,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":153,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},6646,{"collection_name":57,"first_q":25,"per_page":38,"q":25},5,{"facet_counts":282,"found":286,"hits":293,"out_of":339,"page":14,"request_params":340,"search_cutoff":35,"search_time_ms":286},[283,290],{"counts":284,"field_name":288,"sampled":35,"stats":289},[285],{"count":286,"highlighted":287,"value":287},2,"anarres","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":291,"field_name":34,"sampled":35,"stats":292},[],{"total_values":46},[294,317],{"document":295,"highlight":308,"highlights":313,"text_match":149,"text_match_info":316},{"comment_count":46,"id":296,"is_sticky":46,"permalink":297,"podcastfilter":298,"post_author":287,"post_content":299,"post_date":300,"post_excerpt":52,"post_id":296,"post_modified":301,"post_thumbnail":302,"post_title":303,"post_type":304,"sort_by_date":305,"tag_links":306,"tags":307},"74925","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-primo-aprile-guerra-energia-capitalismo-nazisti-buoni-e-nazisti-cattivi-come-e-cambiato-il-paradigma-bellico-in-italia/",[287],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-01-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nGuerra, energia, capitalismo. La vicenda russo-ucraina fa emergere due nodi fondamentali, uno geopolitico e l’altro economico, nei quali l’energia gioca un ruolo decisivo. Il conflitto ripropone all’Europa un tema centrale, quello di trovare nello scacchiere internazionale un proprio autonomo spazio di là delle tradizionali alleanze politiche e militari atlantiche. L’Europa, ancora una volta, non ha una posizione unitaria, si presenta in ordine sparso nella gestione diplomatica e militare del conflitto. Se la UE non è compatta nell’affrontare la crisi non è solo la risultanza di una incompiuta unità politica ma è legata a doppio filo alla questione energetica. La dipendenza dalle fonti fossili russe (solo per il gas la UE importa il 45% del suo fabbisogno dalla Russia, 25% la quota del petrolio), non è equamente divisa fra i 27 stati membri. Italia e soprattutto Germania ne dipendono in modo decisivo: l’Italia importa dalla Russia il 40% del gas, la Germania ne dipende per il 50%, mentre altri, ad esempio la Francia, non hanno significativi legami energetici con Mosca. Uno degli obiettivi strategici di Putin è quello di dividere l’Europa e l’arma energetica è quella più efficace.\r\nLa storia del Nord Stream2 – il più importante progetto di collegamento energetico tra Russia e Germania (temporaneamente sospeso nello scorso mese dal cancelliere Scholz) – ci offre un significativo quadro di come gli interessi del capitalismo europeo, e in particolare tedesco, non abbiano una posizione unitaria nei confronti di Mosca. Il gasdotto, sebbene di proprietà della società russa Gazprom (uno dei leader mondiali del settore fossile,) è stato finanziato da cinque società europee (Uniper, Wintershall Dea, Shell, Omv ed Engie) e rappresenta, sotto il profilo geopolitico, un saldo legame con Putin. In Germania è da tempo attiva una lobby del gas capitanata dall’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder che al giugno 2020 sedeva nei board della compagine petrolifera russa Rosneft e di Nord Stream AG, società che aveva costruito la prima pipeline Nord Stream1.\r\nQuelli sopra sono alcuni stralci di un articolo di Daniele Ratti, uscito sull’ultimo numero di Umanità Nova.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele per approfondire una questione cruciale nello scontro interimperialista in atto.\r\n\r\nNazisti buoni e nazisti cattivi. I paradossi nella narrazione della guerra in Ucraina.\r\nI media main stream stanno sdoganando i nazisti del battaglione Azov, descrivendoli come nazionalisti, patrioti, amanti della filosofia. I mercenari russi della Wagner, a loro volta dichiaratamente nazisti, sono invece demonizzati. Niente di nuovo: in guerra i media arruolati travestono la propaganda sotto i panni dell’informazione.\r\nAbbiamo provato a capirne di più con Stefano Capello\r\n\r\nOrizzonti antimilitaristi\r\nCome si è modificato il paradigma bellico nel nostro paese: dalla guerra umanitaria, all’operazione di polizia internazionale, alla guerra imperialista. Un utile excursus sulle guerre dell’Italia e sui modi in cui vengono presentate. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 16 aprile\r\nmarcia contro la guerra e il Tav da Bussoleno a San Didero\r\nore 14 piazza del mercato\r\n\r\nLunedì 25 aprile\r\nDisertori di tutte le guerre\r\nPartigiani contro tutti gli Stati\r\nore 15\r\nricordo, fiori, bicchierata, interventi e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\nE dal vivo… canzoniere anarchico, partigiano e antifascista\r\n\r\nDomenica Primo Maggio\r\nore 9\r\nPace tra gli oppressi, guerra agli oppressori\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\nDopo il corteo pranzo benefit lotte contro la guerra alla tettoia dei contadini\r\n(per prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com \r\n#disertiamolaguerra\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","14 Aprile 2022","2022-04-14 11:43:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/06-200x110.jpg","Anarres del primo aprile. Guerra, energia, capitalismo. Nazisti buoni e nazisti cattivi. Come è cambiato il paradigma bellico in Italia...","podcast",1649936607,[],[],{"post_content":309},{"matched_tokens":310,"snippet":311,"value":312},[143],"attiva una lobby del gas \u003Cmark>capitanata\u003C/mark> dall’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Kill the Police Bill\r\nPriti Patel, Segretaria di Stato agli affari interni, ha promosso il “Police Crime, Sentencing and Courts Bill”, una riforma che rischia di limitare seriamente la libertà di manifestare in Gran Bretagna. \r\nSe passasse, questa legge darebbe all’Home Office e alla polizia un ampio margine di repressione delle proteste, anche quelle non violente, rendendo di fatto permanenti le restrizioni ora in vigore per il Coronavirus.\r\nIn queste settimane numerose manifestazioni contro la legge hanno animato le città inglesi\r\n\r\nIl 18 marzo del 1921, veniva repressa nel sangue la Comune di Kronstadt.\r\nNel marzo del 1921, un imponente sciopero bloccò Pietrogrado. I lavoratori e le lavoratrici lottarono contro la militarizzazione delle fabbriche, la burocratizzazione, l’accentramento del potere politico attuato dalla dirigenza del partito bolscevico, contro lo svuotamento dei soviet come strumento di autogoverno, ridotti a cinghia di trasmissione del partito comunista. I marinai di Kronstadt, che furono tra i principali protagonisti della rivoluzione d’ottobre, insorsero affermando: “Tutto il potere ai soviet e non al partito”. La repressione colpì duramente i rivoluzionari, le truppe dell’Armata Rossa capitanata da Lev Trockij soffocarono nel sangue le speranze di un mondo di liberi ed eguali.\r\nCe ne ha parlato Claudio Venza, docente di storia all’Università di Trieste\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nVenerdì 16 – sabato 17 – domenica 18\r\nCampeggio No Tav a San Didero\r\nSabato 17 manifestazione\r\n\r\nDomenica 25 aprile\r\nore 15\r\nricordo, fiori, bicchierata, interventi e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\nE dal vivo… canzoniere anarchico, partigiano e antifascista\r\n(se piove, dopo il ricordo alla lapide ci trasferiamo sotto la tettoia di piazza Crispi)\r\n\r\nSabato Primo Maggio\r\ngiornata di sciopero e di lotta\r\nLiberiamoci di Stato, padroni, eserciti!\r\nPrimo Maggio anarchico a Torino\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 17,30. \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. 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