Superbonus: chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto…

Scritto dasu 28 Maggio 2024

Il 23 maggio con 150 voti favorevoli e 109 contrari la Camera dei Deputati ha approvato il dl Superbonus, che aveva già ottenuto il via libera del Senato il 16 maggio. La nuova legge introduce ulteriori misure restrittive, tra cui l’allungamento da 4 a 10 anni della detrazione per le spese sostenute nel 2024.
Il Parlamento ha confermato la stretta prevista nel decreto approvato in Consiglio dei ministri, con lo stop dello sconto in fattura e della cessione del credito per gli interventi sugli immobili Iacp, cooperative, Terzo Settore, e quelli per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Il meccanismo “spalma-detrazioni” in dieci anni contenuto nell’emendamento firmato da Giorgetti è stata la misura più controversa. Riguarda le spese per i lavori del superbonus effettuate in tutto il 2024, quindi a partire da gennaio, prima dell’entrata in vigore del disegno di legge di conversione del decreto. Si tratta quindi di una misura retroattiva, in teoria vietata dall’ordinamento.
Ma, al di là delle questioni tecniche, la chiusura del superbonus segna la pietra tombale per chi vive in case popolari, piccoli appartamenti di periferia e per i disabili poveri.
La grande torta del superbonus se la sono ingoiata in buona parte le imprese, che hanno gonfiato a piacere le spese, visto che il committente era lo Stato ed i proprietari di case ed appartamenti pagavano poco o nulla. La parte restante è stata mangiata da proprietari di immobili di valore, con disponibilità i liquidi, conoscenze, possibilità di farsi tutelare da esperti a pagamento. Per i condomini di periferia e i casermoni degli hinterland urbani ci sono state solo le briciole. Pochi sono riusciti a far partire le ristrutturazioni, pochi hanno usato il bonus per avere nuove caldaie, nuovi infissi ed il cappotto termico.
Una misura pensata per salvaguardare l’ambiente, consentendo ristrutturazioni costose anche ai più poveri, si è rilevata un boomerang. L’enorme esborso che ha favorito le imprese si è, tanto per cambiare, tradotto in tagli in altri settori cruciali dalla sanità ai trasporti di prossimità alle scuole.

Ne abbiamo parlato con Renato Strumia della CUB

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