Rivolte in Nuova Caledonia

Black In

Questa puntata di Black In si apre con una diretta dal Rettorato dell’Università di Torino, occupato da studentx dell’Intifada Studentesca per pretendere la rescissione degli accordi con le università israeliane e con le industrie di morte come Leonardo, Avio etc..
Proseguiamo con un aggiornamento sulla detenzione amministrativa Italia-Israele. Notizia proprio di oggi: Seif Bensuibat, l’educatore del liceo Francese a Roma rinchiuso nel CPR di Ponte Galeria è stato liberato. Seif era stato prima sospeso,poi licenziato dal suo luogo di lavoro, e infine, dopo avergli revocato lo status di rifugiato, è stato rinchiuso nel CPR di Roma di Ponte Galeria per avere condiviso dei post instagram sulla Palestina. Seif Bensuibat era residente in Italia con status di rifugiato da 10 anni.
Ricordiamo in questa sede anche Anan, Ali e Mansour che da diversi mesi sono in  stato di arresto all’Aquila. Anan Yaeesh il 29 gennaio è stato arrestato all’Aquila con l’accusa di “terrorismo” in seguito ad una richiesta di estradizione da parte delle autorità Sioniste. L’Italia non accettò la richiesta di estradizione poichè neanche il governo italiano può negare la macchina di tortura che è il sistema penitenziario Sioniste, quindi non potendo permettere una estradizione verso una paese che pratica la tortura e dove i diritti dei detenuti non vengono rispettati, hanno invece accusato Anan e in seguito Ali e Mansour di fare parte di una cellula terroristica.
Chiudiamo la puntata con un approfondimento sulle rivolte antifrancesi che stanno attraversando la Nuova Caledonia, collettività d’oltremare sui generis tuttora ancorata al sistema coloniale francese. La nuova Caledonia (il cui nome precoloniale è Kanaky) è principalmente abitata dal popolo Kanak, ma si trova una grossa percentuale di persone discendenti dai coloni europei, essendo stata l’isola inizialmente una colonia penale e poi di popolamento.
Da una settimana la capitale Noumea è squassata dalle manifestazioni e dai blocchi stradali e dall’aereoporto, per protestare contro la nuova proposta francese di allargamento del corpo elettorale: chiunque sia residente nell’isola da almeno 10 anni avrà diritto di voto, causando così la messa in secondo piano della popolazione indigena Kanak, maggioritaria sull’isola. Oltre alle contigenze, come sempre, quello che le proteste di massa ci restituiscono è la messa in discussione di un sistema coloniale che non ha più futuro. Ne parliamo con Léopold Lambert, attivista e redattore della rivista “The Funambolist”.
Selecta musicale by Pix from Filp the Beat

Qui potrete trovare l’intervista integrale




Radio Blackout 105.25

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