In questa prima puntata della nuova stagione di Black In, portiamo una critica all’antirazzismo bianco-centrico per mettere insieme le basi dell’antirazzismo che vogliamo.
Black In è stata quasi una scommessa sui movimenti sociali di questa città. Abbiamo deciso di fare una trasmissione su Radio Blackout perchè ci sembrava che da sempre mancasse uno spazio dove i soggetti razzializzati potessero parlare liberamente e raggiungendo più persone, uno spazio che non fosse una discussione con gli amicx a un bar o la riunione di qualche collettivo. Mancava uno spazio politico dove potessimo esprimere noi stessi. Negli ultimi anni la questione razziale è diventata sempre più urgente e pressante, le coscienze politiche non bianche premevano sui movimenti affinché anche le loro rivendicazioni venissero prese in considerazione come fondamentali e impellenti e non solo come contorno alla lotta di classe. Il razzismo strutturale è un sistema ben collaudato, che si autoalimenta, e funzionale al capitalismo e proprio per questo la lotta anticapitalista non può prescindere da quella antirazzista.
Spesso la lotta antirazzista è stata fatta da collettivi o assemblee composte principalmente da persone bianche, perpetuando a volte le stesse dinamiche che ci si era prefissati di distruggere. E’ importante sottolineare che useremo le parole ” persone bianche” come categoria sociale che individua una certa condizione specifica, come quando diciamo operaio o donna, quindi non sentitevi offesi da queste parole. E’ una classificazione puramente sociale e non biologica, che però ci aiuta a inquadrare e definire ciò di cui stiamo parlando.
Una riflessione antirazzista onesta ha anche lo scopo di scuotere le coscienze militanti che per troppo tempo hanno ignorato tematiche di questo genere, complice il fatto di non avere al proprio interno persone razzializzate che potessero portare punti di vista nuovi e a volte in conflitto con le idee precedenti. Un confronto del genere è sempre arricchente ed è necessario per superare le contraddizioni. Un antirazzismo che non si metta in discussione o che non accetti al proprio interno gli sguardi di soggetti razzializzati non può funzionare!