Resilienza: condannata a rimanere una narrazione tossica?
liberation front
[Prenditi bene e aguzza l’udito! La traccia audio contiene anche i soft beats sapientemente inanellati e narrati da Ari]
“Resilienza” è un termine in voga, una parola che sentiamo pronunciare in diversi contesti e che è anche il punto centrale del PNRR e dei documenti degli enti internazionali come Onu, Banca Mondiale e così via.
Ma cos’è la resilienza? Cosa significa, cosa indica? E perché è associata a orizzonti ottimistici di smart technologies, digitalizzazione, inclusione e altre parole che apparentemente non c’entrano?
Destreggiandoci tra un moltiplicarsi di definizioni e usi, proviamo a gettare luce a storia e sulle narrazioni della resilienza che, uscendo dalle bocche sbagliate, semplificano e stravolgono un concetto nato con (forse) altri orizzonti.
Il punto è riappropriarsi delle parole, non lasciare che imputridiscano tra le fauci sbagliate: non ci sono concetti cattivi, ma cattive interpretazioni. Immaginiamone altre!
Per capirci di più ascoltate qui, quo e qua: