Il Minotauro: immaginare la libertà contro le prigioni-labirinto
liberation front
In ricordo, a un anno dalla sua scomparsa, di Riccardino, storico redattore di Radio Blackout e conduttore della trasmissione “La Perla di Labuan”, in cui dai nostri microfoni tesseva narrazioni e accendeva immaginari.
Liberation Front dedica un’intera puntata alla figura del Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro, protagonista di un mito antico ambientato nell’Isola di Creta, nella città di Cnosso, in cui si intrecciano i destini del re Minosse, della moglie Pasifae, dell’architetto Dedalo e del figlio Icaro, e ovvimente del mostro Minotauro (chiamato anche Asterione). Una figura che rappresenta l’alterità, l’assenza di confini definiti tra le creature, la diversità che viene sistematicamente soffocata e nascosta da un’umanità che si crede unica, eletta, invincibile. La società che circonda il Minotauro e lo relega in un oblio-discarica di fatto rifiuta di confrontarsi con ciò che non è classificabile e che pone le questioni più complesse sulle definizioni che reggono un mondo che si pensa fatto a misura di umano.
Ospitiamo la compagnia teatrale indipendente Anomalia Teatro, che presta le voci di Francesca e Debora per regalarci qualche stralcio dell’opera “Icaro”: una riattualizzazione del mito che vuole riavvicinare i simboli antichi della superbia umana per parlare di prigioni, fisiche e mentali, e di liberazioni, fittizie o reali. Il teatro può solo parlare da sè, quindi:
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La figura del Minotauro, surrealista e complessa, ha inspirato molti autori che ne hanno fatto il fulcro di originali rielaborazioni del mito, volte a mettere in evidenza diversi aspetti cruciali del mondo contemporaneo. Ciò che accomuna tutte queste narrazioni è lo spostamento della mostruosità dal Minotauro agli umani che lo imprigionano e non lo comprendono. Che sia il Minotauro di Borges, solitario e sulla via della follia, in attesa di un redentore che lo liberi dall’insensatezza di una vita passata a cercarsi tra infiniti corridoi; o il Minotauro profetico di Cortazar, che preferisce morire corporeamente, liberarsi della propria condizione di prigioniero su cui si tessono speculazioni umane troppo umane, per lasciare che il messaggio di libertà che ha rappresentato si sparga attraverso le generazioni, penetrando gli immaginari e le mentalità future; o il Minotauro-innocente di Dürrenmatt, che impara a conoscere se stesso, gli altri e il mondo all’interno di una prigione-labirinto, rimanendo vittima delle storture e della crudeltà di ciò che ne deriva: viene brutalmente ingannato dall’eroe Teseo, arrogante e subdolo, che trionfa con fin troppa facilità su un Minotauro inerme, inconsapevole della propria forza, incapace di contenere il suo desiderio di non essere solo.
Letture da:
Jorge Luis Borges, “La casa di Asterione”, contenuta nella raccolta “L’Aleph” (1949)
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Julio Cortàzar, “I re”, piece teatrale (1947)
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Friedrich Dürrenmatt, “Il Minotauro. Una ballata” (1985)
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Qui l’intera sessione di letture con i nostri commenti, le dovute contestualizzazioni e gli stacchi musicali:
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