BASTIONI DI ORIONE 11/05/2023- AMERICA LATINA ESITO DEL VOTO IN CILE RIGURGITO PINOCHETTISTA E “DESGASTE” DELLA SINISTRA ALLE ELEZIONI PER LA COSTITUENTE,PARAGUAY SI CONFERMA L’ETERNO PARTIDO COLORADO EREDE DI STROESSNER.- MANIPUR LE FRATTURE ETNICHE SCUOTONO LA PORTA DI ACCESSO INDIANA ALLA PENISOLA INDOCINESE ,PAKISTAN LA CRISI ECONOMICA E QUELLA ISTITUZIONALE DOPO L’ARRESTO DELLEX PRESIDENTE IMRAN KHAN RISCHIANO DI TRAVOLGERE ANCHE L’ESERCITO .
Bastioni di Orione in questa puntata racconta dell’esito delle elezioni in Cile e Paraguay con Diego Battistessa giornalista freelance che si occupa del continente da anni che ci racconta della vittoria dei nostalgici del pinochettismo a 50 anni dal golpe del 1973 ,alle elezioni per la composizione del Consiglio costituzionale che dovrà redigere la nuova costituzione cilena in sostituzione di quella voluta da Pinochet.
La vittoria della destra consentirà paradossalmente a coloro che non volevano cambiare la costituzione di riscriverla e di esercitare anche un diritto di veto ,mentre le politiche accomodanti del presidente Boric verso i poteri costituiti hanno deluso i movimenti che esplosi nel 2019 lo avevano portato alla presidenza.Il numero delle schede annullate ,circa il 20 % in una elezione dove il voto era obbligatorio ,dimostrano una crescente sfiducia nel processo istituzionale verso la nuova costituzione ,anche alla luce del “rechazo” popolare del referendum scorso.
Le condizioni di vita della popolazione peggiorano con una crescita dell’inflazione e una difficoltà crescente nella vita quotidiana ,la legge “Nain Retamal” che consente il grilletto facile e concede l’impunità de facto alle forze dell’ordine è stata vissuta come un tradimento dalle forze sociali che avevano sostenuto il cambiamento , le scelte del governo di Boric sembrano orientate sempre di piu’ al mantenimento dello status quo neo liberale post Pinochet.
In Paraguay ha vinto ancora il Partido colorado che governa dal 1947 , a parte la breve esperienza di Lugo, un paese dove la corruzione regna sovrana ,si attende ancora una riforma agraria ,il sistema di repressione e controllo del partito al potere pervade la società e perpetua il modello autoritario dell’ex dittatore Stroessner.
Parliamo con Francesco Valacchi studioso esperto dell’area asiatica della situazione in Manipur, stato indiano al confine con la Birmania, scosso da scontri interetnici tra Meitei che sono la maggioranza induista che vive nella valle dell’Imphal e i Naga e i Kuki che vivono nelle colline .Le tensioni sono scaturite dalla decisione della Corte suprema indiana di riconoscere ai Meitei il beneficio di “scheduled tribe” istituto che consente di accedere a dei sostegni destinati ai gruppi etnici ritenuti svantaggiati ,relativi all’educazione ,la salute e l’occupazione nel settore pubblico. Questa decisione ha scatenato le proteste dei Naga e dei Kuki che temono di perdere il controllo delle loro terre e si ritengono svantaggiati da questa decisione ,mentre l’equilibrio etnico nello stato è compromesso dall’arrivo di molti profughi dalla vicina Birmania di etnia Chin ,affine ai Kuki.
Dietro queste motivazioni ci sono anche le politiche accentratrici del governo di Delhi e del BJP il partito nazionalista indu’ di Modi che utilizza in modo discriminatorio la norma della “scheduled tribe”,la posizione strategica del Manipur in quanto porta verso i mercati indocinesi,l’onda d’urto della crisi birmana ,la contesa per le risorse agricole sempre piu’ scarse.
In Pakistan dopo l’arresto dell’ex presidente Imran Khan continuano gli scontri e le proteste dei suoi sostenitori che attaccano anche le caserme dell’esercito ,potente soggetto politico ed economico in Pakistan che ha un ruolo determinante nelle vicende del paese.