NERI, FOLLI E DEVIANTI – NARRAZIONI SULL’OMICIDIO DI STATO DI MOUSSA DIARRA A VERONA

Lunedi 22 ottobre alla Stazione di Verona Porta Nuova un uomo di nome Moussa Diarra è stato ucciso con tre colpi di pistola, di cui uno, letale, al petto, da parte di un agente della Polizia Ferroviaria.

In questa puntata analizziamo come la macchina narrativa dei media nazionali e dei rappresentati delle istituzioni conservatrici abbia rappresentato l’omicidio, tendando di difendere l’omicida e colpevolizzare la vittima.

Un po’ di marionette sono state chiamate a esibirsi su questo palco: l’angelo in divisa – un eroe tragico, costretto a sparare per difendersi dall’aggressore, ma subito pronto a soccorrerlo; e il migrante – deviante, folle e incomprensibile nella sua aggressività.

Ma anche le parti sociali più a sinistra hanno evocato i loro personaggi: uno fra tutti, il bravo migrante, che viene narrativamente connotato di attributi strappalacrime, in un disperato tentativo di umanizzare una condizione – quella dell’essere migranti, razzializzati e marginalizzati – che viene ancora sempre e solo vista con occhi coloniali e oggettificanti.

 




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