ZONE ROSSE A CATANIA – ROBOT E POLIZIA IN CINA – EVOLUZIONI AI – UCRAINA: GUERRA TARDOCAPITALISTA

Estratti dalla puntata del 3 marzo 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia

 

ZONE ROSSE A CATANIA

Continuiamo ad analizzare l’introduzione delle Zone Rosse come nuova e dilagante pratica di governo del territorio; un modello che incarna elementi banottici (sorveglianza funzionale alla messa alla messa al bando/esclusione) e panottici (la percezione di un controllo pervasivo come elemento di per sé disciplinante).

Le zone rosse sono qualcosa a cavallo tra l’introduzione di credenziali di accesso per attraversare determinate aree urbane, delle mini-frontiere e un’estensione della condanna (anche quando estinta) volta a plasmare l’agibilità sociale di determinate categorie di individui.

Le zone rosse sono un progetto che conferisce un potere enorme e arbitrario all’apparato repressivo (Prefettura, Questura), mentre introduce nuovi varchi e nuove gerarchizzazioni urbane.

Grazie al contributo di un compagno della Rete di Catania contro il DDL Sicurezza, cerchiamo di capire come questo modello si stia sovrapponendo al territorio e quali forme di contrasto siano mettendo in campo le realtà locali:

 

ROBOTICA E POLIZIA: L’ESIBIZIONE CINESE

Tra dicembre 2024 e febbraio 2025, sono stati diffusi diversi filmati che ritraggono pattuglie della polizia cinese affiancate da robots: i modelli in questione sono RT-G di Logon Technology e PM-01 di Engine AI.

E’ emerso come i PM-01 siano stati addestrati all’interno del software Nvidia Isaac Simulator: un ambiente di simulazione per allenare i sistemi di AI dei robots senza che questi siano “incarnati” nei loro hardware.

Cerchiamo di analizzare queste tecnologie, la loro esibizione e il ruolo che sta assumendo il comparto cinese delle robotica.

In conclusione, una riflessione sul design di questi modelli: uno a forma sferica, l’altro un bipede antropomorfo. Mentre i sistemi d’arma autonomi letali (killer robots) puntano su un aspetto subordinato alle funzionalità operative, altri progetti (come quelli di Engine AI, il G-1 di Unitree o gli Atlas di Boston Dynamics) ricercano un rimando immediato alla morfologia umana.

Partendo da questi elementi potremmo chiederci come evolverà il concetto di Uncanny Valley.

 

EVOLUZIONI AI

In una recente intervista, uno dei cosiddetti padrini dell’AI, il tecno-ottimista Yann LeCun, descrive i limiti e le prossime rivoluzioni di questa tecnologia cognitiva. Mentre un parte della ricerca punta al potenziamento delle strutture di “ragionamento” per giungere all’AGI (Artificial General Intelligence), LeCun suggerisce come sia prioritario l’addestramento di sistemi in grado di comprendere il mondo esterno e non solo di manipolare efficacemente il linguaggio.

Una traiettoria evolutiva che rimanda alle ricerche sui Large Geospatial Models di Niantic e che certamente interessa molto il settore militare.

 

A margine un paio di messaggi molto interessanti su come la relazione con i sistemi di AI plasmi progressivamente il mondo per renderlo intellegibile alle macchine:

 

IL CONFLITTO IN UCRAINA COME GUERRA TARDOCAPITALISTA

Lettura commentata di un interessante articolo di Davide Maria De Luca (pubblicato su Jacobin e tradotto su Internazionale) dove si osserva il marketing per la raccolta fondi delle varie brigate ucraine, la dimensione profondamente classista ed economicista dei criteri di arruolamento, la relazione tra mercato e “sostenibilità” del conflitto:

Qui l’articolo su Jacobin




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