presentazione IL LAVORO DELLA TALPA e LE NUOVE BR A MILANO: LA COLONNA WALTER ALASIA
Informazioni evento
Dettagli
H 18 Diretta con Radio Neanderthal da Napoli contro lo sgombero del terzo piano autogestito della facoltà di architettura
H19 presentazione con i curatori e dibattito
A seguire, djset all’italiana
pizza fritta, bar, distro benefit blackout
Proponiamo un ciclo di presentazioni in due appuntamenti di alcuni testi di recente uscita: “Guerriglia e Rivoluzione”, “Le brigate rosse a Milano. La colonna Walter Alasia” e “Il lavoro della talpa”
a cura di Radio Blackout, Cassa Antirep delle Alpi Occidentali, Centro di Documentazione Porfido, Cassa di Resistenza Territoriale, Proletari Torinesi per il Soccorso Rosso Internazionale
Libri scritti da prigionieri politici attualmente rinchiusi nelle galere di Stato e da militanti partecipi alla lotta di classe.
Questi testi ricostruiscono la nascita e il ruolo centrale della guerriglia nella lotta di liberazione contro il regime borghese capitalista in Europa, Asia e Sud America, in contesti territoriali, sociali e temporali differenti, fino ad arrivare in Italia con la ricostruzione documentale di un pezzo importante di storia della lotta di classe, lotta questa, largamente rappresentata in contenuti e partecipazione dall’esperienza delle formazioni armate, e da una mai del tutto annientata pratica del conflitto che attraversa comunismo rivoluzionario e anarchismo di azione fino ai giorni nostri.
Lo facciamo per dare voce a quei compagni che hanno scontato decenni di carcere o tutt’ora rinchiusi, hanno rifiutato, coerentemente con le loro posizioni politiche, ogni logica di premialità, o di scambio nei confronti dello Stato.
Si è parlato e si continua a parlare molto di carcere. Spesso a sproposito, appellandosi allo Stato nemico per chiedere improbabili amnistie. Anche per questo, al di là di condividere o meno il percorso organizzativo e le prospettive progettuali delle esperienze di cui parlano i libri che presentiamo, dare voce a questi compagni è il minimo che dobbiamo fare.
La coerenza di questi compagni è di esempio per quanti si riconoscono nella lotta rivoluzionaria. Avere dedicato l’impegno di un intera vita al conflitto rivoluzionario, mantenendo una totale inimicizia con lo Stato, sostanzia una posizione che già parla da sola.
Se in Italia, nel pieno della resistenza partigiana, fu la direzione revisionista del PCI a fare deporre le armi, a depotenziare le formazioni partigiane, a scarcerare i fascisti, a permettere alla sedicente democrazia borghese e sancire il compromesso di classe, in tempi più recenti sono stati la dissociazione, il pentitismo ideologico e la criminalizzazione della lotta rivoluzionaria a tentare di mettere al bando la pratica armata dal patrimonio delle ostilità nei confronti dell’ordine costituito.
Perciò, oggi come allora, si tratta di rifiutare la resa e la sottomissione, si tratta di continuare la lotta contro lo Stato e il Capitale