Sebben che siamo donne @ Blackout Fest con Paola Staccioli e Silvia Baraldini
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Domenica pomeriggio dalle 16, in compagnia dell’autrice, Paola Staccioli e di Silvia Baraldini presentiamo:
“Sebbene che siamo donne, storie di rivoluzionarie” Le storie di dieci militanti che dagli anni Settanta all’inizio del nuovo millennio, in Italia, hanno impugnato le armi o effettuato azioni illegali all’interno di differenti organizzazioni e aree della sinistra rivoluzionaria, sacrificando la vita per il loro impegno.
“Nel commando c’era anche una donna, titolavano spesso i giornali qualche decennio fa. Anche. Un mondo intero racchiuso in una parola. A sottolineare l’eccezionalità ed escludere la dignità di una scelta. Sia pure in negativo”.
Il libro di Paola Staccioli “Sebben che siamo donne. Storie di rivoluzionarie”, edizioni Derive e Approdi, che raccoglie anche la testimonianza di Silvia Baraldini, nasce per sfatare un luogo comune, quello che relega le donne che hanno partecipato alla lotta armata al ruolo secondario di “donne del capo” o seplici esecutrici di ordini tutti al maschile. Al di là dei giudizi storici e di valore, il testo cerca di restituire dignità alle protagoniste di questa controversa pagina di storia.
“Nel sentire comune una donna prende le armi per amore di un uomo, per cattive conoscenze. Mai per decisione autonoma” è scritto nella sinossi del libro “Al genere femminile spetta un ruolo rassicurante. In un’epoca in cui sembra difficile persino schierarsi «controcorrente», le «streghe» delle quali si racconta nel libro emergono dal recente passato con la forza delle loro scelte”.
Una ricostruzione a partire dal racconto delle protagoniste, di dieci militanti politiche (Elena Angeloni, Margherita Cagol, Annamaria Mantini, Barbara Azzaroni, Maria Antonietta Berna, Annamaria Ludmann, Laura Bartolini, Wilma Monaco, Maria Soledad Rosas, Diana Blefari) che dagli anni Settanta all’inizio del nuovo millennio, in Italia, hanno impugnato le armi o effettuato azioni illegali all’interno di differenti organizzazioni e aree della sinistra rivoluzionaria, sacrificando la vita per il loro impegno.
Ha pubblicato libri su storia e tradizioni romane. Gli ultimi: 101 donne che hanno fatto grande Roma (Newton Compton 2011) e Fatto a mano. Aneddoti, curiosità e leggende per un’insolita storia di Roma e dei suoi mestieri (Iacobelli 2012). Ha ideato e curato quattro raccolte di racconti di scrittori italiani sulle lotte sociali e politiche: In ordine pubblico; Piazza bella piazza; La rossa primavera; Per sempre ragazzo.
Silvia Baraldini
E’ un’attivista italiana, condannata negli Stati Uniti per “associazione sovversiva”.
Ha fatto parte negli anni sessanta, settanta e ottanta negli Stati Uniti del movimento rivoluzionario “Black Panther Party” che combatteva per i diritti civili dei neri. Nel 1983 è stata condannata a una pena cumulativa di 43 anni di carcere negli Stati Uniti per i reati di “concorso in evasione”, “associazione sovversiva”, due “tentate rapine” a cui non partecipò personalmente e “ingiuria al tribunale” per non aver fornito i nomi dei compagni. Dopo la condanna si sono sviluppati negli Stati Uniti e in Italia gruppi di appoggio che ritenevano la pena sproporzionata e persecutoria. E’ stata estradata in Italia nel 1999.