Ancora proteste in Serbia. Aggiornamenti e qualche riflessione.
Parliamo di Balcani, ma soprattutto di Serbia, dove proseguono le proteste contro la corruzione e il governo Vucic, iniziate dopo il crollo della pensilina di una stazione ferroviaria di Novi Sad a novembre, e dove le ultime notti sono state segnate da scontri tra manifestanti e sostenitori del Partito Progressista Serbo, il partito di Vucic, gruppi di uomini reclutati per rafforzare le fila dei sostenitori del presidente, e unità speciali di polizia. A Novi Sad, i manifestanti sono stati bersagliati da fuochi d’artificio provenienti dalla sede del Partito Progressista Serbo, ed è stato visto un uomo, tra le fila appunto dei sostenitori di Vucic, brandire una pistola e sparare un colpo in aria.
Ma abbiamo allargato il discorso oltre le proteste anti corruzione e anti Vucic, dando notizia anche della situazione di Dodik, presidente della Repubblica Srpska da poco sollevato dall’incarico per via di una condanna emanata dal Tribunale statale della Bosnia Herzegovina.
Dal minuto 12, potete ascoltare l’approfondimento con Tatjana Dordevic, scrittrice e giornalista serba a cui abbiamo chiesto a che punto sono le mobilitazioni nate dopo il crollo della pensilina a Novi Sad, poi diventate proteste di massa contro Vucic, e con la quale abbiamo anche parlato di memoria storica tra le giovani generazioni croate, bosniache e serbe, di fondamentalismo etnico, nazionalismi, passato e presente dei Balcani occidentali.