CINGHIALE E CACCIA DI SELEZIONE: FACCIAMO CHIAREZZA

Il tema della presenza del cinghiale in zone limitrofe agli insediamenti umani (che siano urbani o meno) è qualcosa di cui spesso si sente parlare, specialmente in occasione di incidenti stradali o di episodi di danneggiamenti alle coltivazioni che coinvolgono questo animale. Che si tratti di un articolo di giornale o di una “chiacchiera da bar”, il dibattito solitamente ruota attorno allo stesso concetto: il cinghiale è una presenza scomoda, aliena, invasiva, da gestire e contenere (nel più compassionevole dei casi) attraverso la caccia di selezione. Il soggetto cinghiale, di cui spesso non si conoscono le caratteristiche biologiche e comportamentali, così come le diverse e complesse sfaccettature che stanno dietro ad un ragionamento sulla convivenza umana col selvatico tendono quasi sempre ad essere tralasciate in favore di una “soluzione” tanto immediata quanto semplicistica, ovvero quella dell’abbattimento venatorio.

In questa puntata abbiamo voluto mostrare, anche attraverso la parola di alcuni esperti, quanto questo tipo di proposte siano inadeguate sia per inefficacia (la caccia di selezione non porta al contenimento della specie, ma al suo contrario, e ad un aumento dei danni agricoli e degli incidenti automobilistici correlati), sia per incompatibilità con una visione politica, etica e filosofica del mondo e della convivenza che vorremmo instaurare con l’Altro. Questa visione scardina l’idea antropocentrica che vede l’essere umano come maggiormente in diritto ad abitare un territorio rispetto alle altre specie e di liberarsi di tutto ciò che lo pone di fronte a delle difficoltà, come se la presenza di altre forme di vita che lo circondano possano essere eliminate a piacere senza conseguenze.

Abbiamo quindi discusso di quali interessi e dinamiche ci sono dietro la caccia di selezione, quali sono i comportamenti da tenere in caso di incontro con questo animale e quali proposte più adeguate possono essere prese in considerazione per arginare i danni che il cinghiale può apportare alle coltivazioni o agli automobilisti. A partire, ad esempio, dal fermare le immissioni di individui per scopi venatori, così come le ibridazioni e la frammentazione degli habitat, si potrebbe fare maggiore informazione sulla specie cinghiale, investire ed incentivare l’uso di recinzioni elettrificate, creare corridoi ecologici, zone cuscinetto, rimuovere i rifiuti, lasciare maggiori aree incolte, ma soprattutto combattere la mentalità antropocentrica che non ci permette di raggiungere una convivenza equilibrata con il selvatico.

Per la discussione scientifica di chi è il cinghiale, di quali sono le sue caratteristiche biologiche ed etologiche, specialmente di come si comporta nelle situazioni in cui è sottoposto a caccia di selezione, ci siamo basati sull’audio del convegno online “Cinghiale, è ora di cambiare”, a cura del Tavolo Animali e Ambiente.

Ascolta la puntata qui:

 

Dalla conferenza abbiamo mandato l’intervento del prof. Massimo Scandura, dell’università di Sassari, in merito alla varietà genetica del cinghiale, alla sua storia e ai suoi comportamenti di specie. Puoi ascoltare il singolo audio qui:

e del prof. Andrea Mazzatenta dell’università di Chieti, per parlare delle risposte chimiche, ormonali e riproduttive di questa specie in relazione alla caccia di selezione, così come delle possibili proposte alternative a quest’ultima. Audio qui sotto:

L’intera conferenza è visibile al link: https://www.youtube.com/watch?v=24WydqO3vJ0




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