Come ti sgamo il greenwashing: dalla manipolazione delle parole alle peggiori figuracce delle aziende

Per portare a termine efficacemente la missione del greenwashing (ovvero di dipingere come ecologici e sostenibili aziende, enti governativi o prodotti che non hanno alcune di queste qualità “verdi”) negli ultimi anni è stato necessario stravolgere il significato di molte parole del nostro dizionario, causando una vera e propria confusione e perdita del loro senso originario. Tra queste, abbiamo portato gli esempi di “sviluppo sostenibile”, “nucleare green”, “parco” ed “economia circolare”, per mettere in evidenza le loro contraddizioni intrinseche o il loro uso strumentale da parte del capitalismo verde. A partire da queste considerazioni, vi abbiamo proposto la classifica delle peggiori figuracce da greenwashing negli ultimi due anni, ovvero l’insieme dei casi in cui un’azienda o un governo è stato colto in flagrante nell’utilizzare retoriche di sostenibilità ambientale senza alcun riscontro nella realtà o cercando di ingannare i consumatori su alcuni prodotti “sostenibili”: dall’Arabia Saudita che promette di piantare 50 miliardi di alberi nel deserto, passando per il petrolio “a emissioni zero”, fino alla rivoluzionaria bottiglia di carta che però rivela un cuore di plastica appena la si apre, l’elenco è a tratti esilarante, a tratti deprimente. Ascolta la puntata qui:

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Radio Blackout 105.25

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