Europa e spyware | Israele e cyber-propaganda | AI e limiti materiali
Estratti dalla puntata del 24 giugno 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia
ATTACCO DI CYBER-PROPAGANDA ISRAELIANA NEGLI STATI UNITI
Successivamente all’emersione dei tentativi di spionaggio e condizionamento nei confronti della Corte Penale Internazionale per interferire con i procedimenti aperti nei suoi confronti per crimini di guerra, l’apparato tecno-militare israeliano è risultato essere coinvolto in una campagna di propaganda online volta a manipolare il consenso della popolazione statunitense e a rappresentare artificialmente un’adesione dei/delle “black voters” allo sterminio in corso a Gaza.
Un’operazione di cyber-propaganda militare, intensificatasi in prossimità delle votazioni parlamentari per la fornitura di oltre 14 milioni di dollari in armamenti, basata su falsi profili social (come i cosiddetti “troll russi”), obbiettivi mirati da condizionare (come il leader democratico al Congresso Hakeem Jeffries) e contenuti generati serialmente via ChatGPT di Open AI.
IL MERCATO EUROPEO DEGLI SPYWARES
Negli ultimi anni si sono susseguite notizie di giornaliste/i, dissidenti, avvocati, membri dello stesso apparato politico europeo, spiati e controllati attraverso l’installazione di spyware nei loro dispositivi.
Israele è sicuramente la “Spyware Valley”, ma varie aziende europee (e italiane) competono per conquistare segmenti di mercato.
Nonostante queste evidenze e la costituzione di un Comitato Europeo di Inchiesta nel 2022, il commercio di questi strumenti viene curato – al pari di quello delle armi convenzionali – tanto per curare gli interessi corporativi di settore, quanto per tessere relazioni geopolitiche.
Ne parliamo insieme a Riccardo Coluccini, co-autore insieme a Laura Carrer, Lorenzo Bagnoli e Raffaele Angius di un’inchiesta pubblicata su irpimedia:
BREVI SU APPARATO TECNO-MILITARE, ENERGIA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Cerchiamo di osservare alcune evoluzioni che riguardano la complessa relazione tra fenomeni globali quali la corsa al primato sull’intelligenza artificiale, la sua dimensione materiale ed energivora, la “transizione ecologica”, la scarsità di risorse.
Se proseguono le mosse del polo geotecnologico a guida statunitense per “disaccoppiarsi”, sottrarre dipendenza e frenare l’avanzata di quello cinese, alcuni dati sottolineano come lo scenario sia complesso e insidioso: tra cyberattacchi, interessi industriali e politici divergenti, limiti materiali, dissenso interno, il percorso appare accidentato.