frittura mista|radio fabbrica 11/05/2021

I primi due approfondimenti gli abbiamo fatti sul progetto officina primo maggio portale di inchiesta, saggi e documenti dove si può leggere gratuitamente il secondo numero della rivista (il primo è stato presentato su radio fabbrica e lo trovi qui): “Shock and awe: così Naomi Klein descriveva l’effetto e l’intenzione del “capitalismo dei disastri”. Ma, come spieghiamo nell’Editoriale, cerchiamo di superare la “soggezione” che ci incute la pandemia da Covid-19 rileggendo sotto luce diversa le trasformazioni già avvenute e che stanno avvenendo sotto i nostri occhi.”

  • Abbiamo prima chiamato Nadia Garbellini, docente di economia politica all’università degli studi di Milano Bicocca, per discutere del suo articolo presente sulla rivista “Pianificazione e controllo dei lavoratori” dove si ragiona sul ruolo dello stato e la partecipazione operaia nei processi decisionali traendo spunto dalle esperienze del passato.
  • buon ascolto

 

  • Abbiamo poi chiamato Mattia Cavani, redattore freelance di ACTA per discutere del suo articolo presente sulla rivista “Lavori culturali senza rappresentanza?” dove emerge l’urgenza di organizzare i lavoratori (non solo) autonomi soprattutto nei settori creativi e culturali.
  • buon ascolto

 

 

Il terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Mahmoud Hassan Aboutabikh Sicobas Torino/Alessandria sulla manifestazione che si terrà Sabato 15 maggio, ore 15:30,ai cancelli della Miliardo Yida, via Emilia Sud 11, Pontecurone (AL). Nell’appello si legge:
La Miliardo Yida è una fabbrica di riciclaggio dei rifiuti.
Sul loro sito ufficiale campeggia uno slogan “Vogliamo dare nuova vita a carta, plastica e materiali di scarto per contribuire ad un mondo migliore”: è la retorica della tanto osannata “economia circolare”, che si fa vanto di generare valore estendendo il ciclo di vita di merci e prodotti.
Ma in quali condizioni lavora chi genera questo valore col sudore della propria fronte?
La verità è che i padroni dell’impianto sfruttano i loro dipendenti obbligandoli a condizioni lavorative pericolose e inaccettabili: aggressioni agli operai, turni massacranti, mancato rispetto dei contratti e delle norme di sicurezza.
Per liberarsi dei lavoratori iscritti al sindacato che si fanno carico di denunciare queste situazioni e di lottare per i propri diritti, il proprietario ha licenziato in blocco 6 di loro.
Credevano di impaurirci, ma il tempo della rassegnazione è finito: gli addetti al trattamento dei rifiuti sono stufi di essere trattati come spazzatura!
Il “mondo migliore” lo faremo resistendo un minuto in più dei padroni nella battaglia per il reintegro dei 6 licenziati, per la messa a norma dello stabilimento, per il diritto a organizzarsi in un sindacato, per mettere fine a vessazioni e maltrattamenti!
Buon ascolto



Radio Blackout 105.25

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