Il progetto Punta Corna in Valle di Viù: facciamo luce

liberation front

L’ennesimo progetto di estrazione – rivestito da una bella patina green – si sta delineando proprio sulle alpi che circondano la città metropolitana di Torino. In Valle di Viù, infatti, si inizia a parlare del progetto Punta Corna, assegnato all’azienda australiana Alta Zinc Ltd e finalizzato a ricercare ed estrarre cobalto e altri metalli nell’omonima zona alpina.

Le problematiche legate a questo progetto sono numerose: in primo luogo, l’ovvio impatto ambientale che l’attività di estrazione mineraria comporterebbe negli spazi alpini di Punta Corna vengono taciute o addirittura negate con retoriche ormai note e riconducibili al greenwashing; inoltre, il cobalto è un metallo potenzialmente tossico e cancerogeno, e la cui utilità è stata già messa in dubbio su vari fronti: l’insistenza sulla necessità di approvvigionamento di questo materiale malgrado le crescenti perplessità porta all’insorgere del dubbio riguardo alle intenzioni che ispirano chi è coinvolto nel progetto di Punta Corna; inoltre, si tenta di convincere la popolazione locale della bontà del progetto di estrazione con fuorvianti prospettive di sviluppo, lavoro e crescita economica, nonostante le numerose esperienze simili in altri territori (sia all’interno che all’esterno dei confini nazionali) abbiano piuttosto dimostrato come, al contrario, le attività di estrazione portino, a livello locale, dinamiche di fragilizzazione e degrado sia ecologico che sociale.

In generale, il progetto è avvolto in una nebbia di non detti, interrogativi e risvolti preoccupanti che rimangono nell’ombra del silenzio mediatico. Ne abbiamo parlato con Alberto, autore di un articolo che informa sulla questione e ne porta in luce le problematicità; potete leggerlo qui: https://camoscibianchi.wordpress.com/2021/09/17/le-molte-ombre-e-poche-luci-del-progetto-punta-corna/

Per ascoltare l’audio completo, invece:




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