LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #24 – UNA GUERRA SENZA LIMITI?
La fine della Fine della Storia
L’esito della marcia, in definitiva poco trionfale, del celebre “cuoco di Putin”, non deve ingannare sulla portata dei fatti stessi. Se è vero come ha scritto qualcuno che Putin si avvantaggerà internamente per aver chiuso bene la partita, senza grandi danni o spargimenti di sangue, è altrettanto vero che la cosa non può non aver ripercussioni sull’immagine internazionale della Russia e sull’efficacia del comando putiniano. Per quanto riconosciamo sia stata anche un’occasione per far venire allo scoperto i traditori, non è accettabile che una parte consistente dei tuoi corpi di élite (mercenari certo, ma cresciuti enormemente grazie a un filo diretto con Putin e alla legge sull’arruolamento dei detenuti che gli ha favoriti) ti si girino contro in mezzo a una guerra che gran parte del tuo Paese considera esistenziale. Immaginiamo se fosse successo agli americani in Iraq, avremmo parlato di agonia finale del gigante statunitense.
Intanto la controffensiva va avanti ma non sembra in grado di regalarci altre sorprese, mentre ulteriori tasselli nel ragionamento che abbiamo fatto in una scorsa puntata (Una guerra che si poteva fermare), arrivano per comprendere come si sia arenato il processo di pace – largamente per volontà di Inghilterra e Usa, dopo il massacro di Bucha. Se crediamo al NYT, e il massacro è davvero ascrivibile ai russi – sostiene il giornale, sarebbe stata proprio la Wagner a eseguirlo – potrebbe essere anche letto come tentativo interno di boicottare il processo di pace. Sappiamo da sempre che la vera opposizione a Putin in questa guerra, è strisciante ma è tutta a destra, iperbellicista insomma. Il solito ginepraio che ci spinge irresistibilmente verso l’escalation bellica e l’allargamento.
Nella seconda parte di trasmissione abbiamo fatto una chiacchierata con Alessandro Russo e Claudia Pozzana, autori di una serie di contributi raccolti nel libricino “La Quarta Guerra Mondiale. E noi?” da poco edito da Ombre Corte.
Il volume si divide in due parti: la prima, “Questa guerra”, analizza nello specifico cause e possibili sviluppi dell’attuale guerra (per procura) in Ucraina nel suo intreccio di locale e globale, individuando nella fine della politica novecentesca organizzata sulle linee globali della “guerra fredda” (per gli autori, “Terza guerra mondiale”), lo slancio per una nuova ipertrofia dell’economico (e quindi del militare) come segmenti separati e sovraordinanti il sociale e il politico. Nella seconda parte del libro dove sono raccolti alcuni scritti degli anni ’90 e 2000 si analizzano invece gli “antecedenti” della guerra attuale, individuando nella prima guerra americana contro l’Irak, la rottura dell’ordine precedente e lo scatto verso una nuova epoca di guerre guerreggiate. Un punto importante della seconda parte del libro è quello dedicata alla fondazione dell’Euro, non mera unità monetaria ma nuova “forma di governo” delle popolazioni del continente europeo. Processo che gli autori leggono come contemporaneo all’esaurirsi del ruolo dei pariti storici del Novecento con la relativa funzione ordinatrice della società secondo la diade Destra/Sinistra.
Filo rosso del testo è la ricerca dei processi che hanno storicamente funzionato come “limitazione della guerra” e che gli autori individuano nell’evento 1917 (compresi i suoi effetti sulle politiche sociale dell’Occidente capitalistico) e nel 1949 della rivoluzione cinese (e nei suoi sviluppi, con particolare attenzioni alla parentesi della “rivoluzione culturale”). Lettura interessante perché ribalta interpretazioni storiche di questi eventi come fondativi di guerra, dal punto di vista conservatore per legittimare la risposta alla “minaccia rossa”, dal punto di vista rivoluzionario come guerra civile e rivoluzione permanente. Aperta resta la domanda sull’“E noi?” del titolo, dove il minimo che si può cogliere è l’urgenza di un’immenso lavoro collettivo che sappia legare la necessità di un’opposizione alla guerra globale in itinere alla contemporanea e ineliminabile propettiva di superamento del “Neolitico capitalista”.
Ascolta il podcast:
MATERIALI
Roberto Iannuzzi – Come l’Occidente ha sabotato il negoziato fra Russia e Ucraina
Ney York Times – New Evidence Shows How Russian Soldiers Executed Men in Bucha
Volodymyr Ishchenko – Russia’s military Keynesianism
Michael Peck – Surprised That Ukraine Is Taking Combat Losses? You Shouldn’t Be
Claudia Pozzana, Alessandro Russo – La Quarta guerra mondiale. E noi?