L’ALBA DI TUTTO | ripensare la storia dell’umanità

La storia dell’umanità è una linea retta: inizia con organizzazioni sociali semplici, che vivono di caccia e raccolta, sono nomadi e senza capi. Man mano che i gruppi diventano più folti e complessi, l’organizzazione sociale si fa più stratificata: gli umani scoprono l’agricoltura, e, come conseguenza naturale, inventano lo Stato, le regole, le gerarchie. Tutti i gruppi umani passano da questi passaggi obbligati; chi non vive nelle logiche di Stato, commercio e avanzamento tecnologico ci deve “ancora arrivare”, ma sicuramente ci arriverà. Non si sfugge dalle forche caudine della linea del progresso.

o forse no?

forse la storia insegnata canonicamente così non solo è sbagliata, ma è sopratutto noiosa!

L’alba di tutto è una nuova reinterpretazione della storia con due lenti molto particolari la prima David Graeber (antropologo) e la secona David Wengrow (archeologo)

Buon ascolto!

prima parte

I gruppi umani di “primitivi” o “selvaggi” sono composti di umani talvolta riconosciuti come semplici e ingenui, talvolta come violenti e aggressivi, ma sempre e comunque guidati da istinti primordiali. 

Questa narrazione della storia dell’umanità non solo è sbagliata, inesatta scientificamente e sommaria, ma anche, soprattutto, influenzata da un’ideologia precisa, che ha radici in Rousseau e Hobbes. Ideologia secondo cui la proprietà privata, l’emergere dello Stato e la dominazione di uno sull’altro sono eventi naturali e inevitabili.

L’alba di tutto è un libro che ha la modesta pretesa di riscrivere la storia dell’umanità, partendo da presupposti tanti banali quanto innovativi: e se trattassimo gli esseri umani (tutti) come capaci di ragionare, decidere, scegliere per se stessi e sperimentare modalità di organizzazione sociale? Se smettessimo di proiettare le nostre istanze politiche su un passato di migliaia e migliaia di anni? Se studiassimo i reperti archeologici con sguardo libero e non con i prosciutti liberali sugli occhi? Ci renderemmo conto che la storia dell’umanità è stata un carosello di infinite possibilità di organizzazione sociale, moltissime delle quali avevano modalità pratiche per contenere il potere e garantire la libertà a tutt. 

Buon ascolto!

 

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seconda parte

La storia dell’umanità è molto più lunga di quello che pensiamo, e così la nostra lettura de L’alba di tutto!

Ecco la seconda parte de L’alba di tutto. Una nuova storia dell’umanità di David Graeber e David Wengrow.

La seconda parte riprende il primo punto base della storia, che è l’inizio della storia umana come la conosciamo ribaltando il concetto di storia del dominio e parlando di collaborazione. Nel libro Graeber e Wengrow sostengono che gli esseri umani inizialmente collaboravano molto tra di loro e solo dopo per via di un gruppo ristretto sono stati poi degli stronzi per la maggior parte della loro vita. Discutiamo anche dei primi due capitoli, che descrivono il concetto di “disunità sociale”. Non è casuale infatti che le persone sono oppresse dallo stato e dell’esistenza di classi sociali, un’esperienza inedita nella storia umana che ora ci pare la normalità. Il secondo capitolo discute l’ascesa dell’inseparabile disunità sociale, che è stata influenzata dalla conquista del genocidio in Sud America e dall’incontro con i critici indigeni che hanno pesantemente influenzato il pensiero illuminista anche se nulla compare su di loro nei libri di storia. I primi due capitoli discutono il cambiamento nella gestione del potere nelle società stagionali, che è stata gerarchica e poi decostruita, portando alla scomparsa del potere come lo conosciamo ai giorni nostri.

Il potere di oggi non è il potere delle persone, ma il potere di rispondere al potere precostituito e saper affrontare i suoi problemi.

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Terza parte

 

73 minuti [Radio Blackout]:

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Quarta Parte

61 minuti [Radio Blackout]:

 

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