le bugie di pinocchio

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Pinocchio è da sempre il simbolo della menzogna, della bugia, eppure in lui non ci sono fini opportunistici o egoistici, egli vuole semplicemente godere della vita: rifiuta il lavoro, gli ordini, la famiglia, il risparmio. Al contrario il mondo degli adulti è un mondo falso, dove chiunque riscrive la verità per i propri interessi. Occorre cercare un altro tipo di verità, una verità che sia etica, lontana da morali e linguaggi precostituiti. La parola, per essere nuovamente efficiente ha bisogno di perdere le zavorre linguistiche che l’hanno intrappolata in significati stantii, per pensare a un mondo diverso il linguaggio, e con sè la cultura, deve trasformarsi, offrire nuovi immaginari.
La favola di Collodi è stata usata per formare i cittadini del neonato stato Italiano, eppure quando Pinocchio fattosi bambino guarda divertito il burattino che fù, esprime una possibilità: il suo cambiamento non è una metamorfosi, lascia aperta la possibilità di tornare indietro, ritrovarsi sovversivo.
Ne parliamo con Emanuele Dattilo, autore dell’articolo “la bugia di Pinocchio” apparso sulla rivista Gli asini (https://gliasinirivista.org)

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