Macerie su Macerie – podcast 3/6/2024 – L’Antimafia come dispositivo
Consapevoli della complessità del tema e senza voler delineare un’analisi univoca su un fenomeno politico, economico e giuridico complesso come quello dell’Antimafia, a Macerie su Macerie lanciamo alcuni spunti di riflessione per capire come negli ultimi trent’anni si è consolidato questo determinato discorso e come abbia inciso sulla giurisprudenza italiana e su alcuni settori della produzione.
Per quanto riguarda la prospettiva del diritto, partendo dalle fonti ufficiali, abbiamo ricordato come la costruzione di una determinata narrazione dell’Antimafia sia stata uno dei principali strumenti di legittimazione dell’uso ordinario di misure repressive dapprima descritte come emergenziali ed eccezionali: dalla “lotta alle mafie” a modus operandi dei legislatori. Consultando il sito del Ministero della Giustizia e ciò che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale emerge come degna di nota una serie di passaggi nebulosi, sia per quanto riguarda la nomina del Procuratore Nazionale Antimafia, sia sull’ambito d’azione effettivo della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, che è ampio, arbitrario e tentacolare.
Passando dal campo della pena a quello economico, salta all’occhio come l’istituto giuridico della confisca dei beni, lungi dall’essere come fantasticamente propagandato una “restituzione del maltolto” o un’aggressione al profitto, risulti una vera e propria maniera per riposizionare valore. A beneficiarne in special modo è il cosiddetto terzo settore, la cui crescita esponenziale dagli anni ’90 è indissolubilmente legata proprio a quella dello strapotere discorsivo di alcune associazioni come Libera. Giocando su un limite sempre più indefinito tra profit e no profit, il mondo dell’Antimafia e di alcuni imperi del sociale alimenta ormai quote di Pil sempre meno marginali.