Pedagogia degli oppressi e degli oppressori – TuttoSquat 20.01.2023

Tutto Squat - Giornale Malandrino

 

In studio oggi con noi Aloualid Maher, uno studente di scienze dell’educazione a Torino, un ragazzo di origine marocchina venuto in Italia nel ’99 e che ha vissuto una Torino ricca di proposte libertarie e di complessità, incontrando realtà e persone di ambienti diversi, che gli hanno trasmesso i loro valori anche contraddittori.

Oggi ci racconterà cosa è stato ed è per lui un rivoluzionario, appoggiandosi alla teoria pedagogica descritta nel libro “Pedagogia degli oppressi” del pedagogista brasiliano Paulo Freire.

Iniziamo col chiedergli cosa voglia comunicare. Prova a comunicare ai compagni rivoluzionari animati da un forte sentimento di libertà e di amore per la giustizia, il desiderio di disobbedienza e non di trasgressione fondata su una rivendicazione, inteso come uno stravolgimento dell’ordine oppressivo.

Per quale motivo la rivendicazione può essere considerata un atto di trasgressione. Perché, secondo Freire, la rivendicazione può essere frutto di una rivoluzione privata, quindi fatta solo da alcuni e può riportare una ideologia  che è il fondamento delle élite dominanti che cercano per sé all’avere di più, che Freire individua nella corsa verso il potere.

Che cosa s’intende invece per disobbedienza? La disobbedienza è la creazione di un ordine che ha come finalità la liberazione degli uomini quindi la loro umanizzazione.

la disobbedienza non è fatta di un atto che scade come la trasgressione che è un po’ fine a se stessa ma è una costruzione di un nuovo mondo trasformato da una coscienza e problematizzazione delle situazione limite che il mondo odierno ci pone e un cammino faticoso e coraggioso verso quell’immagine di mondo che rivoluzionario culturale vuole portare.

Infine gli chiediamo come sia possibile questo stravolgimento. È possibile solo se noi rivoluzionari siamo capaci di grande umiltà perché l’umiltà rende possibile la comunione con l’altro e la collaborazione; se siamo capaci di una azione rivoluzionaria umana perciò simpatica amorosa comunicante per essere liberatrice e trasformatrice.

Si è poi discusso su un concetto basilare della teoria freirana ovvero la possibilità che l’essere umano ha di individuarsi nell’oppressore e nell’oppresso, queste due possibilità iniziano processi diversi che però si incontrano formando una contraddizione. I due processi sono legati, uno non esclude l’altro e sono: processo disumanizzante il cui attore è l’oppressore che è un essere umano che abbraccia una visione sadica centrata sul avere di più e dalla falsa generosità; dall’altra parte abbiamo il processo umanizzante che è caratterizzato da un essere che è più profondo perché raggiunge la consapevolezza di essere una contraddizione e per questo che l’attore principale è l’oppresso perché solo lui può liberare il mondo liberandosi perché solo lui nonostante tutte le situazioni limite è riuscito ad animarsi di speranza verso il futuro.

 

All’intervista segue una diretta con Skizzo che si trova a Roma, in quel di Torre Maura, per la presentazione del libro su Esenin “Il paese dei malfattori” un’autoproduzione Fenix.

 

Selezione musicale di Mr. Kang, riascoltabile qui

Tutto Squat, il giornale malandrino del 20 gennaio 2023




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