Quelli della THC: la cannabis terapeutica

thc

L’uso della cannabis a scopo terapeutico non è una novità dei nostri giorni: la cannabis, in medicina, infatti, è stata usata per millenni.

Già in un trattato sull’uso delle piante medicinali in Cina – il cosiddetto Shennong Bencao Jing – le cui origini sono fatte risalire all’imperatore cinese Shennong, vissuto intorno al 2737 a.C., si fa menzione al fatto che l’imperatore stesso adoperasse la resina prodotta dalla pianta di cannabis per uso terapeutico, in particolare come cura per la stitichezza.

Altre testimonianze si riscontrano, per esempio, nel Papiro Ebers: si tratta di un testo proveniente dall’Egitto, redatto durante la XVIII Dinastia egizia (1550-1295 a.C.) – fra i testi più antichi ancora conservati – che raccomanda l’uso della cannabis a scopo terapeutico, in particolare per trattare i problemi delle unghie.

Anche Ildegarda di Bingen – naturalista tedesca vissuta tra il 1098 e il 1179, nominata da papa Benedetto XVI dottore della Chiesa – si riferisce alla cannabis per uso terapeutico nei suoi scritti.

Per concludere questo breve excursus storico, al tempo di Napoleone la cannabis a scopo terapeutico viene utilizzata come antidolorifico e sedativo e per alleviare i crampi.

Venendo all’età moderna e contemporanea, all’inizio del XX secolo, la cannabis per uso terapeutico improvvisamente scompare dal mercato; vengono adottate leggi che vietano l’uso della cannabis in medicina.

La motivazione principale addotta è che la cannabis è pericolosa per la salute e l’uso della cannabis a scopo terapeutico viene pertanto soppiantato dalla diffusione di rimedi considerati meno tossici e più efficaci.

Le cose cominciano a cambiare nel 1964, quando aumentano le ricerche sulla cannabis: risale a questo anno, infatti, l’isolamento del delta-9-tetraidrocannabinolo – detto comunemente THC, delta-9-THC o tetraidrocannabinolo – che rappresenta uno dei maggiori e più noti principi attivi della cannabis.

Il 1980 è, invece, l’anno di un’altra importante scoperta: viene infatti rilevata in tutti i mammiferi la presenza di un sistema denominato sistema endocannabinoide. Ciò conduce, ovviamente, a ulteriori ricerche scientifiche che hanno per oggetto il sistema endocannabinoide e le sue funzioni, nonché i suoi recettori e i suoi ligandi; vengono localizzati – rispettivamente nel 1990 e nel 1993 – due recettori cannabinoidi: i recettori CB1 e CB2.

Nel 1998 l’innovazione nella sintesi del THC ne consente l’integrazione in preparazioni mediche sintetiche che possono essere prescritte a scopi terapeutici: la cannabis per uso terapeutico viene riabilitata.

A partire dal 2011 alcune parti specifiche della pianta di cannabis – le cosiddette gemme – possono essere adoperate nella produzione di cannabis per uso terapeutico.

Infine, dal 2017 alcuni Paesi europei hanno legalizzato l’utilizzo della cannabis in medicina: a partire da tale momento la cannabis a scopo terapeutico non è più un tabù.

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