Spie senza frontiere
Il caso Snowden è stato un buon pretesto per una diretta sulle tante forme del controllo, che lo Stato, le varie agenzie pubbliche e private che esercitano quotidianamente sulle nostre vite con il pretesto della sicurezza.
Anarres ne ha parlato con Peppe, collaboratore di Umanità Nova.
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2013 07 04 peppe snowden
Sullo stesso argomento vi proponiamo di seguito un articolo, uscito di recente sulle pagine del settimanale anarchico, “La sindrome di onnipotenza”
Gli animali, e gli esseri umani fra questi, sono naturalmente curiosi. Ma quando perdono il loro tempo ad occuparsi, senza una precisa ragione, di cose futili la curiosità si trasforma facilmente in sindrome di onnipotenza. Per esempio, a chi mai potrebbe interessare che da un computer che si collega ad Internet dalla Città del Vaticano qualcuno scarica e/o guarda film porno? A chi quali tipi di formaggi una persona acquista di solito o dove ha passato l’ultimo fine settimana?
Oggi, tutte le nostre azioni, anche le più banali, vengono registrate e archiviate su qualche computer che non necessariamente è collocato in Italia. A questa raccolta contribuiscono i telefonini che ci portiamo sempre dietro; più sono “intelligenti” e più informazioni collezionano sulla nostra vita, a partire dalla nostra posizione e dalle chiamate fatte e ricevute. Per non parlare delle informazioni raccolte quando usiamo Internet: se chi visita un sito avesse idea di quanti altri computer vengono informati sulla pagina web che ha aperto, forse potrebbe iniziare a capire la portata del problema.
La quantità ormai incalcolabile di informazioni e dati che vengono continuamente registrati, si possono dividere in due grandi categorie. La prima (spesso chiamata “meta-dati”) riguarda le informazioni che collegano le persone fra di loro ed ognuna di esse ai propri comportamenti: a chi telefoniamo e quante volte, quanti SMS spediamo a quel determinato numero, quali sono i siti web che visitiamo, dove siamo stati ieri sera, dove andiamo a fare la spesa, e l’elenco potrebbe continuare per pagine. I secondi invece riguardano i contenuti: cosa ci siamo detti per telefono o scritto via e-mail, cosa abbiamo comprato in quel negozio, cosa abbiamo pubblicato su un forum o un blog, e via dicendo.
Tutte queste informazioni sono sparse un po’ dappertutto, dai computer delle società di telecomunicazione, a quelli di banche, negozi e servizi Internet. Controllare tutto questo in tempo reale è chiaramente alquanto complicato e quindi i governi, tramite le loro agenzie di sicurezza, sono attrezzati per operare su due linee diverse: tenere sotto controllo costante e continuo “i soliti sospetti”, che costituiscono una piccola parte della popolazione e garantirsi la possibilità di avere accesso – senza incontrare troppi problemi – anche ai dati che riguardano qualsiasi altra persona.
Per ottenere questo secondo risultato vengono usati sia mezzi palesi che segreti.
L’ultimo caso, in ordine di tempo, a proposito di sistemi di controllo segreti è scoppiato all’inizio di giugno, quando Edward Snowden ha rivelato l’esistenza di “Prism“, un sistema che permette alla famigerata NSA di avere accesso ai dati che passano attraverso i maggiori fornitori di servizi Internet del mondo (Google, FaceBook, ecc…) e contemporaneamente al governo di mentire ai cittadini americani a proposito dell’ampiezza della sorveglianza in atto. Ha anche parlato degli attacchi informatici portati dagli USA contro la Cina ed altre nazioni, proprio mentre Washington continua a lamentarsi con Pechino del contrario. L’amministrazione Obama ha accusato il colpo, rispondendo che il sistema spia esclusivamente i cittadini non statunitensi che sono indagati o sospettati di reati legati al terrorismo o ai crimini informatici e i giganti della Rete hanno negato che qualcuno abbia libero accesso ai loro server e chiesto l’autorizzazione a rendere pubbliche le richieste di dati che gli vengono rivolte. Bisogna essere davvero ingenui per credere a qualcuna delle parti in causa, visto che il Congresso statunitense ha nominato una commissione per indagare sui risvolti interni delle attività spionistiche di “Prism” e, secondo alcune fonti, la stessa NSA ha dichiarato in una seduta segreta di non avere bisogno dell’autorizzazione di un giudice per ascoltare le telefonate, per leggere i messaggi di posta elettronica, gli SMS e tutto il resto.
I commentatori più benevoli fanno risalire questo delirio di onnipotenza spionistico al “trauma” post 11 settembre, quando le tanto potenti agenzie di sicurezza fallirono miseramente nel prevenire gli attentati aerei. In realtà sia la CIA che il FBI avevano già nella loro “lista nera” alcuni degli attentatori ma, forse per problemi di coordinamento, non hanno saputo utilizzare proficuamente queste informazioni. Lo stesso sventato attentato del 2009 contro la metropolitana di New York, che spesso viene sbandierato come un successo dovuto al sistema di sorveglianza, è ancora avvolto nel più fitto mistero per quello che riguarda i dettagli, non di poco conto, rispetto a “come” i servizi di sicurezza siano venuti a conoscenza del piano se controllano solo i “meta-dati” e non i contenuti delle conversazioni. Non è poi da sottovalutare il fatto che una rete di sorveglianza così segreta, complicata, estesa e capillare rappresenta sicuramente anche una ottima occasione di affari per tutti coloro che in qualche modo vi sono coinvolti.
Non è certo la prima volta che viene alla luce l’esistenza di un sistema segreto che spia la popolazione, qualcuno ricorderà il caso “Echelon“, giusto per citarne uno, ma in tutti i casi dopo un primo momento di sana indignazione e proteste varie, la cosa viene presto dimenticata, fino alla prossima rivelazione.
Questo avviene sia perché la maggior parte delle persone ritiene ragionevole che ci sia qualcuno che controlli le comunicazioni, sia perché dopo un po’ di tempo le notizie come quella relativa a “Prism” finiscono nel dimenticatoio o nel serbatoio che alimenta le teorie del complotto.
Intanto, tornando alla cronaca, sabato 15 giugno un centinaio di persone hanno dato vita ad Hong Kong ad un corteo in favore di Snowden, che, ci fa sapere un sondaggio è considerato un “eroe” dal 40% mentre dovrebbe essere punito per quello che ha fatto secondo il 45% degli inglesi che hanno risposto ad un questionario on-line. Inevitabile poi l’annuncio che la storia potrebbe presto approdare sul grande schermo. Intanto, nello Utah, la NSA stanno terminando la ristrutturazione di una parte della base della Guardia Nazionale, costo stimato 1,7 miliardi di dollari, che entro il prossimo mese di settembre dovrebbe ospitare un ennesimo “super computer” dove archiviare i dati raccolti, che diventano sempre di più.
La sindrome di onnipotenza, per sua definizione, non conosce limiti.
Pepsy