I migliori di genere vario…parte 2
Seconda parte delle selezioni uscite dal cervello nero. Enjoy…
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Ty Segall – Manipulator (Drag City)
Che laido Ty. Ormai tutti lo davano per bollito, bruciato da due anni di pura iperattività discografica dove ogni sputo era, come minimo, un disco. Cambia rotta qui, dedicandosi più agli arrangiamenti per produrre un clone di certa west coast acidella, tra chitarre acustiche con piglio mex e sarabande elettriche dal suono tex. Certo è un logorroico, forse 2 vinili sono troppi…mah, secondo me sono tutte cazzate. questo è un gran disco. Manipolatori e chitarristi, capelli lunghi e albe nel deserto. classici intramontabili suonati e mixati in modo originale (per alcuni una vera merda, per altri ottimo!)
Felix Kubin – Zemsta Plutona (Gagarin Records)
Uno che lo abbiamo lasciato in un film sci-fi sovietico di fine anni 50 ad armeggiare con macchinari analogici con bottoni e luci neanche fossimo in una base di lancio russa in Kazakistan. Questo disco è una matrioska di incroci tra retro-futuro, dinamiche del ballo e circuiterie sequenziali che ricordano i “genialen dilettanten”. Kubin mescola come un chimico, smonta come un carpentiere e riassembla alla moda dei collagisti delle avanguardie sovietiche. Per me è sempre (8).
Premio Catarro 2014
Jacques Berrocal – MDLV (Sub Rosa)
Berrocal rappresenta tutto quello che i cosiddetti puristi del jazz semplicemente odiano. E’ uno sporcaccione, si perde in mille scatarri da teatro d’avanguardia, collabora con personaggi estranei al giro, insomma è un sovversivo. Ma tra una cover di Ornette Coleman, un live ripreso come si può e le solite lallazioni da ventriloquo, sale la simpatia per questo outsider financo nella musica outsider. Bisogna prenderlo così, come il ritrovo di un gruppo di evasi ad una festa notturna con amici poco raccomandabili (Ron Anderson, Masayoshi Urabe…). Fate attenzione a chi frequentate. (8)
L’oggetto misterioso:
Maria Callas – Maria Callas Complete Remastered Editions (Warner Classics)
Questa ci è giunta da un anonimo redattore ma non potevamo non parlarne. Perchè adoriamo i patiti, i feticisti, i devoti: 69 dischi (sessantanove) con tutti i lavori della Divina rimasterizzati nei prestigiosi Abbey Road Studios, sotto la supervisione del sound Bowers & Wilkins. Qualcosa che assomiglia da vicino alla reliquia, solo che per questa nuova lingua di Sant’Antonio da Padova vi serviranno 200 euri e almeno 5 giorni, diversi tipi di droghe o comunque alterazioni dello stato di coscienza tali da regge all’endurance. Monumento anche fisico, non può farcela su una mensola qualunque. Difficilissimo anche da rubare, viste le dimensioni, per l’ascolto ci servirà il solito patito russo che renda il tutto disponibile in download. File under: Haunting Presence.
Trance Farmers – Dixie Crystals (Stones Throw)
Arriva dal blues ma si arrotola selvaggiamente in un ipnotico southern che sa di fritto drogato con una spruzzata di presa male post-qualcosa. Questo è il disco d’esordio per Dayve Samek aka Trance Farmers, registrato dalle parti di Venice in California , pensato probabilmente negli appiccicosi e semi-abbandonati scenari palustri di un incantata Louisiana. Al primo ascolto ti rendi conto che ne vuoi di nuovo, come le birrette gelate, come le polpette di baccalà . Un cannone non guasta. Momenti di sconforto e di solitudine. Purle Hay sembra uscire da una radio anni ’50 tu sei su un’amaca e continui ad avere l’impressione che qualcuno ti stia osservando. Le nuvole non fanno presagire nulla di buono ,quando arrivi a Betty Boop arriva la tempesta i 4 cavalieri sono Tex Willer, il pusher di fiducia, Robert Johnson e Adam Yauch . Il resto è tutta discesa. una cavalcata selvaggia country-apocalittica. Da paura
Shakey Graves- And The War Came (Dualtone)
Shakey graves is a gentleman from Texas. E si sente ,si sente e come si sente…. Profumo di anni ’90 i migliori quelli che ci sono rimasti appiccicati alla pelle , come le T-Shirt della tua band preferita in adolescenza. Chiaramente paga il pegno ai Black Keys , siamo nel 2014 …Melodie che fanno sognare, limpidi cieli attraversati qua e là da splendide aquile e piccioni giusto per riportarci alla realtà. Voglia di Texas , di sesso sfrenato su una sgangerata Chevy degli anni ’60.
A tratti ricorda Jeff Buckley ma le sue bracciate sono più vigorose e il Sabine è meno insidioso del Mississipi…L’aggiunta della splendida voce di Esmè Patterson in tre tracce ,le squisite Dearly Departed, Big time Nashville star e Call it Heaven danno il tocco country che rendono il disco succulento come le torte di mele di Nonna papera, gli short di Daisy in Hazzard, le camice di Hank Williams . Brano più figo Pansy Waltz. Ascoltatelo 3 volte di fila stappatevi una Bud gelata , leggendo un Lansdale d’annata con Hap & Leo che so “Il Mambo degli Orsi” o “Bad Chili”. Fatelo!
Aram Bajakian- There Were Flowers Also in Hell (Tzadik)
Chitarrista Aram piuttosto giovane per poter sfoggiare senza tirarsela troppo ( almeno questa è la mia impressione..) un curriculum fatto di collaborazioni stellari, ha accompagnato Lou Reed fino alla partenza per la tournè permanente, da quel geniaccio di John Zorn , Marc Ribot ecc. ecc. There Were Flowers Also in Hell è uscito all’inizio dell’anno ,ma devo dire non si dimentica così in fretta. Al primo ascolto già dall’apertura con Texas Cannonball il disco ti si arrampica addosso e lo senti che potrà, se non alza troppo la cresta, diventare uno di famiglia. La cresta non la alza anzi dopo un pezzo bomba del genere c’è bisogno di ripigliarsi un attimino. La chitarra e la band di Aram lo fanno . Cavalcate magiare ignudi in notti di mezza estate, alla faccia di chi le mezze stagioni non esistono più.. pronti poi per gli altri piatti forti, Orbisonian è una spremuta di pompelmo tagliata con gin e peperoncino. Balli,caghi, sbocchi e scopi come l’arcangelo gabriele quella volta che giocò a dadi con Jim Morrison e Moana Pozzi, ma questa è un’altra storia…Rent Party mette le cose in chiaro qua non si gioca, si suona e sticazzi se Aram il manico lo sa maneggiare ……… da ascoltare irresponsabilmente. E se ne volete ancora…andate a cercare i vari progetti di imprio e jazz nel quale il nostro infila il suo manico….
Brian Setzer – Rockabilly Riot! All Original (Surfdog)
Ah il vecchio Brian… ve lo devo presentare? Direi di no.Se brillantina,nottate sudate e appiccicose shakerando culi e tutto il resto non sono il vostro territorio… Ascoltate gli Stray Cats passando dal via senza ritirare la birra,il joint e i premi partita.
Cazzo il revival R’n’R , billy o non billy non ci riguarda, il ragazzo ( di ieri) ce l’ha nel sangue e nei vestiti ( la copertina parla chiaro) . 12 fottutissime tracce che come la mela di Elvis ( molti sostengono che sia un falso storico sia Elvis , che la mela di Elvis chiaramente) una volta al giorno tolgono il medico di torno… Tutte belle le tracce, come la zia che a Natale prepara la stessa lasagna da vent’anni, non sbaglia e Brian di lasagne e di R’n’R’ è un vero mago. Simsalabin! Ps: tra l’altro fa anche il video più bello e tamarro dell’anno.
Orlando Julius with The Heliocentrics- Jaiyede Afro (Strut)
Il pioniere dell’Afrobeat Nigeriano incontra la combo Psyco-Afro-jazz Heliocentrics musicisti giovani che sanno dannatamente il fatto loro, collaborazioni a nastro per loro, per chi come me ha avuto la fortuna di vederli dal vivo con Mulatu Astakè ricorderà… Estikà ! Musica suonata magistralmente fine , elaborata, sabrosa. Il vecchio e il nuovo. Il vecchio marpione dell’Afrobeat che non si vuole arrendere all’età e agli acciacchi e alla musica moderna africana, e il nuovo… Baldi e giovani musicisti che con le vecchie cariatidi si trovano bene, aggiungono freschezza ad un genere che difficilmente tramonterà, godiamoceli così …Esplosione di colori africana, caldo come il buco del culo di un ippopotamo in amore, turgido come le menne della tipa camerunense che abita di fronte a me ( anche con la giacca a vento parlano chiaro), piacevole come una birra ghiacciata ad Alessandria. I ragazzi non ne sbagliano una… Mondiale!