Boicottaggio accademico dell’università israeliana Technion
Venerdi 29 Gennaio è stato lanciato un appello di boicottagio nei confronti delle collaborazioni accademiche tra Italia ed Israele.
L’appello, lanciato inzialmente da 168 professori delle università italiane, arrivato ad oggi a 259 firme in continuo aumento, rientra nella Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale d’Israele (PACBI), che si inserisce nel più generale movimento del BDS(boicottaggio, disinvestimento e sanzioni).
L’iniziativa si rivolge principalmente contro l’Istituto Israeliano di tecnologia “Technion”.
Il Technion sviluppa programmi congiunti di ricerca e collabora con l’esercito israeliano e con le principali aziende produttrici di armi in Israele, tra cui Elbit Systems. Quest’ultima, annoverata tra i più grandi produttori privati di armi israeliane, fabbrica droni e fornisce le apparecchiature di sorveglianza per il Muro dell’apartheid.
Un numero crescente di università, associazioni, singoli accademici e gruppi studenteschi di tutto il mondo, si stanno mobilitando contro le collaborazioni con università e centri di ricerca israeliani. L’appello italiano segue dopo alcuni mesi, quelli già lanciati dai mondi accademici di Brasile e Gran Bretagna. Tra i firmatari, più di trenta provengono dal mondo accademico torinese. Dirompente numero che ha provocato la presa di distanza dei rispettivi rettori Gian Maria Ajani (Unito) e Marco Gilli (Politecnico di Torino) e del sindaco Fassino, dalle posizioni dei docenti firmatari. Tra le motiviazioni portate avanti per prendere distanza dall’appello, quella dell’ “indipendenza del mondo accademico da quello politico”.
Su queste affermazioni, gli studenti del Progetto Palestina, rivendicando invece che il “sapere è prendere posizione”, hanno organizzato nella giornata di Mercoledì 3 Febbraio, una contestazione per invitare un numero maggiore di docenti ad aderire all’appello.
Alex, ci spiega brevemente degli ultimi aggiornamenti e dei prossimi appuntamenti.
Unknown
[Per informazioni più dettagliate, visita il sito https://stoptechnionitalia.wordpress.com/]