Riforma intercettazioni, pestaggi in carcere, il Generale Amazon e la Polizia Microsoft
bellocome
[Estratti dalla puntata di Bello Come una Prigione Che Brucia del 5 ottobre 2020]
Insieme a Riccardo Coluccini cerchiamo di riflettere sulla recente Riforma delle Intercettazioni: l’architettura della raccolta e conservazione dati, il ruolo dei privati, i captatori informatici e la penetrazione dei computer, la superficie sorvegliante dell’IoT (Internet delle Cose).
Un altro aspetto che sembra emergere da questa riforma, riguarda un rafforzamento dell’asimmetria di potere tra accusa e difesa, come descritto dalle parole dell’avv. Fabio Anselmo.
Negli ultimi giorni, l’attenzione mediatica e parlamentare rispetto ai pestaggi avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere sembra voler caratterizzare l’eccezionalità e irripetibilità di una pratica decisamente diffusa, omettendo di “unire i puntini” rappresentati dai recenti casi di San Gimignano, Foggia, Torino, Viterbo e tanti altri. Ne parliamo con Sandra Berardi dell’associazione Yairaiha.
Sullo sfondo della mancata assegnazione della appalto per il sistema JEDI, la nomina nel consiglio di amministrazione di Amazon del Generale Keith Alexander (ex direttore della NSA e responsabile del programma di sorveglianza di massa PRISM) rappresenta efficacemente l’attenzione che le BigTech nutrono per il settore militare, ma al contempo quanto queste grandi corporations stiano assomigliando sempre più ai nuovi “Stati-privati”, con i propri ministri della difesa, dell’istruzione, della salute.
In conclusione qualche riflessione sulle isterectomie coatte nei confronti di diverse recluse nei centri di detenzione dall’ICE (agenzia federale statunitense per il rastrellamento dei migranti) e la sua partnership con Palantir (colosso privato nell’elaborazione dati a fini di intelligence).
[estratti dalla puntata del 28 settembre 2020]
Nonostante l’ipocrita smarcatura riguardo alla fornitura di tecnologie di riconoscimento facciale alle forze dell’ordine statunitensi, Microsoft e i suoi servizi su Azure Cloud rappresentano la principale infrastruttura digitale dell’apparato repressivo americano: un’incubatrice di servizi che spaziano dalla sorveglianza del territorio alla polizia predittiva, fino ai veicoli MAPP.
[estratti dalla puntata del 14 settembre 2020]