Dalla voce di una protagonista del mondo dei sex workers, pensieri critici sul sesso e sulla libertà – TuttoSquat 14.10.2022

Tutto Squat - Giornale Malandrino

Migliaia di sex workers in corteo, pochi giorni fa a Madrid, per protestare contro il disegno di legge che propone di ampliare la definizione di sfruttamento della prostituzione. La nuova norma, se approvata, penalizzerebbe i clienti e proprietari di sex club con multe e pene fino a quattro anni di carcere.

Sulla prostituzione in Spagna, così come in Italia, il dibattito è molto acceso. Tra chi punta alla piena legalizzazione e altri gruppi, comprese alcune femministe, che si oppongono alla “normalizzazione” del sex work come professione regolamentata.

Chi decide di vendere prestazioni sessuali nel mondo rischia di venir marginalizzato dagli stati, che puntano ad abolire la prostituzione perché considerata dannosa per le donne (si declina spesso al femminile nonostante riguardi anche gli uomini, le persone non binarie ecc.). A denunciarlo è il nuovo report del Comitato internazionale dei diritti dei lavoratori del sesso (International Committee on the Rights of Sex Workers in Europe, Icrse)

Oltre l’80% delle persone che operano in questo settore è straniero, in maggioranza senza documenti e non ha la possibilità di aprire una partita Iva o avere dei contratti che consentano loro di avere un posto di lavoro o il permesso di soggiorno.

La figura della sex worker viene associata spesso alla vittima di tratta, esortando così i governi ad abolire la prostituzione intesa come sfruttamento e violenza maschile contro le donne. Il rischio però è includere nelle vittime di tratta anche migranti che utilizzano il mercato del sesso come necessità di lavoro, una scelta quindi personale lontana dalle logiche di sfruttamento.

Abbiamo parlato di lavoro sessuale con Regina Vertebra, sex worker, performer e video maker, alla quale abbiamo chiesto il suo punto di vista sui corpi liberamente espressi, sullo stigma del piacere nella società ancora profondamente cattolica, che penetra anche in luoghi più libertari come gli spazi occupati e ancora sulla vergogna e colpevolizzazione per il desiderio, il corpo e la promiscuità in genere.

Nella puntata, inoltre, abbiamo provato a sfatare alcuni miti sul sex work quali la sacralità del corpo, la volontarietà e la facilità di praticare questo lavoro.

 

Giornale Malandrino – TTSQT – 14/10/2022




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