Zanzare che si auto-estinguono e altre mirabolanti promesse del gene drive
Il gene drive è una recente scoperta dell’ingegneria genetica che permetterebbe ad uno specifico gene presente nel corredo di un individuo, di potersi riprodurre nelle generazioni successive in maniera “forzata”, cioè in tempi più veloci di quelli naturali e con altà probabilità nonostante il carattere correlato non risulti vantaggioso. Si tratta insomma di un superamento della selezione naturale, che, grazie all’immancabile tecnica Crispr-Cas9 potrebbe indurre la manifestazione di un qualsiasi carattere prescelto in intere generazioni di una specie, in tempi molto brevi, fino rendere la totalità degli individui portatrice di tale carattere. Quest’applicazione è stata inizialmente sperimentata come modo per indurre le zanzare veicolatrici di malaria ad estinguersi o a rendere sterili altri tipi di animali considerati invasivi o dannosi. È evidente quanti scenari pericolosi si possano aprire grazie a questa tecnica: portare all’estinzione o modificare intere specie indesiderate avrebbe impatti imprevedibili e incontrollabili sugli ecosistemi e sulle catene alimentari in questione, e potrebbe anche condurre alla comparsa di nuove resistenze da parte dei corpi animali e vegetali che, adattandosi al gene drive, potrebbero manifestare comportamenti e caratteristiche ancora più virulente di quelle che si vorrebbero eliminare in origine.
Inoltre, la maggior parte degli esperimenti puntano all’Africa come continente dove operare, confermando la pratica colonialista del portare la medicina occidentale in territori “sottosviluppati” e “da salvare”. In teoria, le promesse sono quelle di dialogare con le popolazioni dei territori destinati alla sperimentazione, ma, anche a causa di una mancata regolamentazione di queste nuove tecnologie (che corrono sempre più velocemente delle leggi che dovrebbero regolarle), è più probabile che la volontà delle persone locali verrà sovradeterminata e trascurata come di consueto.
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