Anarres del 29 settembre. Armi ed energia: la liason tra Italia e Azerbaijan. Caivano tra sceriffi ed addomesticatori. L’anagrafe tra selezione e controllo. Intelligenza Artificiale…
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ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.
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Armi e energia. La liason tra Italia e Azderbaijan
In questi giorni si è molto parlato dell’attacco azero al Nagorno Karabak ed alla rapida capitolazione della piccola repubblica post-sovietica. Oltre metà degli abitanti dell’enclave sono fuggiti nella vicina Armenia. Probabile una totale pulizia etnica del territorio.
Si è invece parlato molto meno del silenzio del governo italiano di fronte all’azione militare azera. Le ragioni? Semplici ma non di pubblico dominio: armi e risorse energetiche.
Proviamo a capirne di più, prendendo le mosse da un articolo di Antonio Mazzeo
I fatti di Caivano, tra sceriffi e addomesticatori: il gran ballo securitario di destra e sinistra
“I recenti fatti di Caivano hanno riportato alla ribalta una tradizionale differenza fra destra e sinistra.
La destra propone di bonificare i territori degradati grazie all’invio di robusti contingenti di soldati e poliziotti, la sinistra vorrebbe invece un esercito di insegnanti ed assistenti sociali.
È interessante il fatto che, nella visione della sinistra, in particolare gli insegnanti avrebbero il ruolo di pacificatori ed addomesticatori della canaglia, ruolo abbastanza scontato nell’immaginario collettivo per quel che riguarda gli assistenti sociali.
Apparterrebbero, insomma, a quelle che Alain Bihr definisce “classi dell’inquadramento”.
La destra, lo si deve riconoscere, tende a proporre da secoli e con qualche variante secondaria la stessa ricetta. D’altro canto la linearità non è necessariamente un pregio.
Questa deriva della sinistra, invece, pone in evidenza la comune rovina o quantomeno il ridursi della rilevanza dei riformisti e dei rivoluzionari nel movimento operaio.
I rivoluzionari, infatti, avrebbero sostenuto se non tutte le pratiche quantomeno le buone ragioni della santa canaglia e avrebbero visto nel suo manifestarsi un segno della crisi dell’ordine dominante, i riformisti avrebbero colto l’occasione per proporre un robusto programma, appunto, di riforme sociali tali da rendere più civile la lotta fra le classi senza però negarne il ruolo centrale.
Ne abbiamo parlato con Cosimo Scarinzi, autore di questa veloce nota
(Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo
“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”
Questo è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo. Gargiulo, che insegna sociologia all’Alma Mater di Bologna, dimostra perché meccanismi banali come l’iscrizione anagrafica abbiano un portato di violenza istituzionale profonda.
La vita delle persone cambia se non si ha la possibilità di avere un medico di base, di iscrivere i figli a scuola, di affittare una casa.
Ne parleremo il prossimo mercoledì alla FAT.
Enrico Gargiulo ha anticipato alcuni dei temi di cui discuteremo mercoledì
Intelligenza artificiale
Per le strade e sui luoghi di lavoro si moltiplicano i dispositivi di controllo basati sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
É importante capire come funzionano e in che modo difendersene, altrettanto importante è comprendere che si tratta solo di nuovi strumenti al servizio di chi sfrutta e di chi comanda, non un moloch impossibile da sconfiggere.
Ne abbiamo parlato con Lorenzo Coniglione
Appuntamenti:
Mercoledì 4 ottobre
ore 21
corso Palermo 46
incontro con Enrico Gargiulo, autore di (Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo
“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”
Questo è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo, appena uscito per i tipi di Eris. Questo libro illustra in maniera efficace cosa comporti il non avere la residenza e, soprattutto, quali siano i percorsi che portano a non averla. Non solo. Si va alla radice: come e perché esiste l’anagrafe? L’anagrafe nasce con l’unità d’Italia: lo Stato la introduce per controllare il territorio, sia in senso statistico-amministrativo sia per scopi squisitamente securitari.
Vi è un legame rigido tra residenza anagrafica ed esercizio dei diritti: chi non è registrato semplicemente non esiste e, quindi, non può accedere ai servizi basilari garantiti ai residenti.
Da fine Ottocento ad oggi i comuni non hanno cancellato dagli elenchi dei residenti persone emigrate altrove, perché conviene mantenere stabile il numero degli aventi diritto al voto. Hanno invece evitato di iscrivere i nuovi arrivati se poveri, immigrati, rom.
Gargiulo, che insegna sociologia all’Alma Mater di Bologna, prova a raccontarci come meccanismi banali come l’iscrizione anagrafica abbiano un portato di violenza istituzionale profonda.
La vita delle persone cambia se non si ha la possibilità di avere un medico di base, di iscrivere i figli a scuola, di affittare una casa.
Contatti:
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20
Contatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/
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