Venerdì 31 gennaio @ Blackout House GABBIE E PRIGIONIERI

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Venerdì 31 gennaio 2014 @ Radio Black Out, Via Cecchi 21/A

“GABBIE E PRIGIONIERI: un incontro dedicato alle analogie tra prigionie umane e di altri animali”

dalle ore 19:
Buffet e proiezioni

dalle ore 20.30:
Presentazione del libro “Crimini in tempo di pace” con uno degli autori, Massimo Filippi
Accenni a “Liberazioni” rivista periodica di critica antispecista da parte della stessa redazione.
Dibattito e distro materiale di Oltre la specie.

A seguire djset Trash Block & Post-Punk crew.

presentazione libro benefit radio 31 gennaio - flyer web

intervista a Massimo Filippi di Cibele, da “Bello come una prigione che brucia“.
Ascolta o scarica —> DOWNLOAD

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Crimini in tempo di pace – la questione animale e l’ideologia del dominio” (Eleuthera 2013) di Massimo Filippi e Fillippo Trasatti.

Un viaggio di denuncia e riflessione filosofica tra le indissolubili e molteplici connessioni che intercorrono nelle forme di oppressione e  sfruttamento dell’animale umano e non.

“…il carcere è strettamente legato all’idea e alla prassi dell’addomesticamento animale”

“…il capitalismo è un’immensa opera di spiritualizzazione della gabbia tramite la presa di potere assoluto sui corpi, sulla loro biologia e animalità. La gabbia è il luogo dove si realizza un complesso intreccio tra dentro e fuori, tra inclusione e esclusione, tra visibile e invisibile che dà forma alla reclusione, la quale pur modificando le proprie caratteristiche esteriori a seconda della specie di appartenenza del fuori-legge, che di volta in volta si trova a dover addomesticare, non prevede certo, nel suo meccanismo più intimo, alcuna forma di preclusione di specie…”

“…Per queste ragioni, il carcere, al pari di altre istituzioni di disciplinamento (i conventi, le caserme, gli ospedali, gli asili
psichiatrichi, i collegi, le fabbriche, le scuole, ecc.) permette di mostrare come la gabbia, lo strumento utilizzato per regolare le vite
dei non umani, rappresenti una delle espressioni più riuscite della biopolitica – che appunto si prefigge di governare gli umani facendo
presa sulle loro caratteristiche animali (sessualità, riproduzione, salute e integrità fisica, corporeità, istintualità, ecc)- e come
l’analisi del regime carcerario da una prospettiva antispecista possa dischiudere le potenzialità ancora inespresse della riflessione sulla
questione animale. Pur essendo molteplici le caratteristiche che accomunano il carcere e la gabbia si pensi, in aggiunta a quelle già
ricordate, al fatto che entrambi sono nonluoghi dal momento che chi vi entra è un codice che verrà sostituito da un altro.”

 

“Liberazioni”  trimestrale di critica antispecista
http://liberazioni.org/rivista.html

“…Assumendo la forma della rivista cartacea e periodica Liberazioni intende quindi continuare a contribuire a questo dibattito in una  direzione e nell’altra. Si tratterà, allora, di formulare nuove proposte teoriche per l’antispecismo o di identificarne di valide nell’orizzonte crescente degli Animal Studies, proponendole al lettore italiano tramite traduzioni e recensioni. D’altro canto, si proseguirà il discorso di chiarificazione delle strategie che l’azione può e potrà opporre a quel dominio sulla natura che, mai come oggi, svela il suo abissale fondo di insensatezza. Parallelamente a tutto questo, si tenterà infine di instaurare, per quanto possibile, un dialogo con quelle realtà che, pur ponendosi come antagoniste o critiche verso l’attuale sistema di dominio, non hanno ancora preso in considerazione, per negligenza propria o per la scarsa chiarezza delle istanze politiche dell’attuale movimento antispecista, la cosiddetta “questione animale” con tutte le sue innumerevoli diramazioni all’interno di quei discorsi impegnati ad elaborare una visione più benigna dell’umano.
Liberazioni intende così aprire filoni di ricerca originali nell’ambito delle riflessioni che ruotano attorno al plesso teorico definito con il termine di “antispecismo”, riflessioni che abbiano lo spessore e il respiro adeguati all’altezza della posta in gioco, senza l’ansia di una risposta spicciola e di soluzioni facili. Nel far questo, la rivista non rinuncerà mai alla volontà di contribuire ad un cambiamento radicale nei rapporti tra i viventi, evitando di condannarsi agli scacchi di un’insufficiente capacità di individuare le molteplici realtà e figure del dominio.”

Radio Blackout 105.25

One station against the nation

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