Anarres del 14 marzo. Economia di guerra. Le parole proibite di Trump. Antimilitarist al cantiere della città dell’Aerospazio…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Economia di guerra
Spesa militare, dazi, dinamiche inflattive, impoverimento e i guerrafondai del 15 marzo
La scorsa settimana abbiamo cominciato a ragionare sulle implicazioni del programma di riarmo europeo che il parlamento UE ha approvato l’altro ieri.
Oggi proveremo ad approfondire l’effetto devastante che il ciclone von der Leyen, sommandosi al ciclone Trump, avrà sulle vite di chi vive in Europa.
Nel frattempo la sinistra istituzionale italiana si è sfracellata sul ReArm Europe. La manifestazione in difesa dell’Europa, cui si erano accodati tutt proprio perché sottilmente ambigua sulla guerra, ha finito con l’imbarazzare alcuni. Ma si tratta di sottigliezze.
La questione vera è la necessità di una risposta internazionalista e classista alle politiche guerrafondaie che ci stanno sprofondando nel baratro della terza guerra mondiale.
La miscela di liberismo estremo e warfare potrebbe essere esplosiva. In tempi non troppo lontani.
Ne abbiamo parlato con Francesco Fricche
Le parole proibite di Trump
Dopo l’epurazione dei dipendenti federali scomodi arriviamo alla censura dei termini sgraditi all’amministrazione razzista, omofoba, transfobica, misogina statunitense.
Con effetti tanto paradossali da risultare ridicoli: peccato che ci sia ben poco da ridere.
Molti termini diventeranno parole proibite, da cancellare dai documenti pubblici e dalle policy dei vari uffici federali. Secondo quanto ricostruito negli ultimi giorni dal New York Times, infatti, numerosi atti e raccomandazioni inviati dall’amministrazione Trump a uffici statali e istituzioni pubbliche inviterebbero alla rimozione di una serie di vocaboli e espressioni da siti internet, pubblicazioni rivolte al pubblico, programmi di formazione e persino da alcuni curriculum scolastici. Alcuni documenti parlano di una vera e propria messa al bando, altri sconsigliano caldamente di utilizzare espressioni che rimandino all’orientamento sessuale e all’identità di genere, all’inclusione delle comunità razzializzate, all’attivismo, al mutamento climatico ed alla tutela dell’ambiente e ad altri ambiti considerati dalla destra americana come affini alla cosiddetta cultura woke .
Particolarmente feroce è la censura di genere: per esempio dal sito del New York’s Stonewall National Monument, il luogo che ricorda la prima sollevazione del movimento LGBTQ+ contro la repressione delle forze dell’ordine nel 1989, è stato cancellato ogni riferimento alle persone transgender, che pure furono invece fondamentali per lo scoppio della rivolta; in generale, la sigla LGBTQ+ è ridotta sistematicamente in ogni comunicazione ufficiale a LGB: le persone transgender e queer sono cancellate. Per ora dalle carte. In seguito?
Ne abbiamo parlato con Robertino Barbieri
No alla città dell’aerospazio!
Lo scorso 10 marzo, a sorpresa, un gruppo di antimilitarist* ha vivacemente contestato l’avvio dei lavori di demolizione e scavo preliminari alla costruzione di nuovo polo bellico a Torino.
Un’azione di battitura con fumogeni, cartelli, scritte e interventi diretti ad automobilisti e passanti, si è tenuta in corso Marche, alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, in stato di abbandono da lunghi anni.
Vecchi abiti, scarpe e oggetti di uso quotidiano insanguinati sono quello che resta dopo la guerra, i bombardamenti, i droni intelligenti. Le industrie d’armi producono morte. Non dimentichiamolo.
Dopo un’ora a mezza di battitura gli/le antimilitarist* si sono spostat* al mercato di corso Brunelleschi per dar vita ad un punto informativo tra gli abitanti del quartiere.
La Città dell’Aerospazio non deve decollare! Continueremo a metterci di mezzo.
Appuntamenti:
Sabato 12 aprile
Sabotare la guerra
Disarmare l’Europa
giornata antimilitarista
ore 10,30 presidio al Balon
Solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre.
Oggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.
Noi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.
Noi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.
Noi pratichiamo il disfattismo rioluzionario
Vogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.
Venerdì 25 aprile
ore 15
alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni
in corso Giulio Cesare angolo corso Novara
dove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.
Ricordo, bicchierata, fiori, musica.
E, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista
(in caso di pioggia ci troviamo in piazza Crispi).
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!
Informati su lotte e appuntamenti!
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30
per info scrivete a fai_torino@autistici.org
Contatti:
Telegram
https://t.me/SenzaFrontiere
Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org