Arte e natura: storie e rappresentazioni

liberation front

In che modo la natura viene rappresentata nelle arti figurative? Sfidando l’essenza del mezzo radiofonico proviamo a parlare di immagini e a ripercorrere come l’essere umano ha concepito il mondo naturale nelle varie tappe della storia dell’arte. Se ogni scansione temporale è una convenzione, è anche vero che contesto storico, disponibilità materiale, stato delle tecniche pittoriche ma soprattutto i capricci delle classi dirigenti influenzano enormemente ciò che gli artisti imprimono su tela o altri supporti. Ogni immagine contiene una o più forme della relazione che intercorre tra mondo umano e non umano; anche oggi, tra installazioni e greenwashing pubblicitario, possiamo rintracciare le forme del nostro tempo.

Ne abbiamo parlato con Gaia, e si può ascoltare qui:

[download]

Abbiamo poi ripreso alcune fila del discorso concentrandoci sulla rappresentazione degli animali nella storia dell’arte, soprattutto nei suoi periodi storici connotati in modo più evidente da concezioni umanistiche. Due opere in particolare, “L’annunciazione” di Lorenzo Lotto e “Lise e i suoi cuccioli” di Baptiste Oudry, riflettono e riproducono la relazione tra umano e non umano tipica della modernità: una relazione spesso ambigua e contradditoria, tra l’affermazione della superiorità umana e la proiezione di significati religiosi nel mondo non-umano.

Protagoniste dei due quadri sono due figure animali. Il gatto (o la gatta), nel primo dipinto, occupando una posizione centrale sembra essere il vero protagonista della scena dell’annunciazione. L’imminente avvento del dio-uomo, Cristo, sembra minacciare il gatto, forse messo a rappresentante della sfera animale, che da quel momento verrà relegata al ruolo di servitore dell’umanità cristiana: addomesticamento, dominazione e sfruttamento degli animali saranno infatti da quel momento tutte attività giustificate dal cristianesimo, che assegnerà all’umano un ruolo privilegiato. Nel secondo quadro accade qualcosa di diametralmente opposto: una cagna viene raffigurata nel canone della Madonna con bambino. Essa è intenta ad adempiere alle attività considerate tipiche della figura femminile, ancora una volta nella narrazione cristiana: l’allattamento, l’accudimento, la maternità. Se può sembrare una “mondanizzazione” o “animalizzazione” del religioso, è anche vero che questo quadro riflette la nuova attenzione alla purezza delle razze animali per scopi sportivi o di intrattenimento (caccia, corse). Le interpretazioni si sovrappongono, come spesso accade in ambito artistico, che spesso riflette le contraddizioni più che le verità delle varie epoche.

Questi aspetti sono messi in evidenza da Massimo Filippi e Filippo Trasatti, autori di “Crimini in tempo di pace”, libro a cui ci si è ispirati per l’analisi intorno al gatto de “L’Annunciazione”, e dal documentario “No Pet” di Davide Majocchi, da cui si sono riprese le analisi sulla figura della cagna coi cuccioli. Potete ascoltare questo intervento qui:

[download]

 

 

 




Radio Blackout 105.25

One station against the nation

Current track
TITLE
ARTIST