BASTIONI DI ORIONE 21/12/2023- SERBIA VINCE VUCIC EREDE DEL NAZIONALISMO RADICALE -CONGO ELEZIONI E CAOS- CILE NO ALLA COSTITUZIONE DELLE DESTRE MA IL POTERE REALE RIMANE PINOCHETTISTA.

Nell’ultima puntata del 2023 Bastioni di Orione si occupa dell’esito delle elezioni in Serbia ,ne parliamo con Giorgio Fruscione analista dell’ISPI e profondo conoscitore dell’area balcanica .Si evidenziano le manovre di Vucic atte a manipolare l’esito elettorale ,la sua rete di influenze attraverso il Partito Progressista Serbo che controlla e manipola il consenso ,la sua ambigua politica estera che se da una parte bussa alle porte dell’Europa, dall’altra mantiene ottimi rapporti con Mosca e al contempo apre ampi spazi  di penetrazione economica e commerciale alla Cina. Vucic ha mantenuto i legami con gli ambienti nazionalisti e radicali mantendendo posizioni intransigenti verso la questione kosovara, all’interno deve fare i conti con un opposizione variegata che riesce a mobilitarsi nelle piazze ma non ad esprimere un alternativa credibile.

 

 

 

Altre elezioni quelle in Congo ,enorme paese dell’Africa centrale attraversato da sommovimenti e contraddizioni sopratutto nelle aree dell’est del paese quelle ricche di materie prime ,dove imperversano milizie ed eserciti vari. Parliamo di queste caotiche elezioni con Giovanni Gugg redattore di Focus on Africa il quale fa un quadro dello stato delle regioni orientali dove Kinshasa non controlla i territori e dei candidati favoriti fra i quali il presidente uscente Tshisekedi che punta ad una probabile riconferma del suo mandato. Parliamo anche dei progetti infrastrutturali come il corridoio di Lobito ,fra Congo e Zambia in funzione di continemento dell’espansione commerciale cinese ,che coinvolgerà alcuni paesei dell’Africa orientale.

 

 

 

 

 

Infine andiamo in Cile con Marco Santopadre per parlare del referendum costituzionale sul progetto di costituzione redatto dalla destra radicale che è stato respinto con una netta maggioranza . E’ la seconda volta che il popolo cileno viene chiamato ad esprimersi sul progetto di nuova costituzione che dovrebbe sostituire quella d’impianto pinochettista ancora in vigore sebbene emendata in varie parti. Si evidenzia la debolezza del progetto  riformatore di Boric (il presidente progressista cileno ) che non è riuscito ad intaccare la struttura del potere reale del pinochettismo che influenza ancora l’opinione pubblica cilena . Le rivendicazioni di cambiamento agitate dalla rivolta sociale del 2019 che ha contribuito a creare il clima in cui  si è elaborata la prima bozza progresissta della nuova costituzione ,non hanno avuto risposta e il governo si è appiattito sulle parole d’ordine securitarie della destra .

 

 

 




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