BASTIONI DI ORIONE 27/06/2024- KENYA : LA RIVOLTA CONTRO LA LEGGE FINANZIARIA IMPOSTA DAL FMI MOBILITA I GIOVANI – SCENARI DELLA GUERRA RUSSO UCRAINA,TRAMONTO DELL’UNIPOLARISMO EGEMONICO- IL LIBERALISMO EUROPEO LASCIA IL PASSO AL NAZIONALISMO REAZIONARIO PIU’ FUNZIONALE ALLE STRATEGIE BELLICHE.

Ultima puntata della stagione per Bastioni di Orione , raccontiamo delle proteste in Kenya contro la legge finanziaria imposta dal FMI con Freddie Del Curatolo ,giornalista residente in Kenya . La rivolta delle giovani generazioni contro il tentativo del presidente Ruto d’imporre una legge di bilancio che prevede nuove e pesanti tasse sui beni di  prima necessità ,ha scosso la società kenyana imponendo al governo il ritiro della legge nonostante la brutale repressione poliziesca che ha provocato decine di vittime .

Il contenuto della Finance Bill ha da subito sollevato lo scontento della popolazione, dando luogo ad un partecipato movimento di protesta che ha colto alla sprovvista l’esecutivo di Ruto e condotto per la maggior parte dai giovani della cosiddetta “Generazione Z” (ovvero nati tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000). Nonostante  le proteste siano state per lo più di natura pacifica, hanno immediatamente incontrato una reazione spropositata da parte delle forze dell’ordine, intervenute utilizzando anche proiettili veri, oltre a manganelli, idranti e granate lacrimogene.

Le proposte di legge della   Finance Bill 2024  prevedono, tra l’altro, nuovi prelievi sull’assicurazione medica, tasse sull’olio vegetale e un ulteriore accisa sui carburanti. Ciò che la gente sta contestando maggiormente è l’imposta sul valore aggiunto sul pane e un’altra di tipo ecologico che influenzerà i prezzi di assorbenti e pannolini.

Le proteste,  organizzate e condotte attraverso i social da giovani per la maggior parte sotto i 30 anni, sono identificate dall’hashtag #OccupyParliament (“occupare il parlamento”) e #RejectFinanceBill2024 e mirano ad esercitare una pressione sull’esecutivo affinchè il nuovo disegno di legge sia abbandonato.

Questo movimento declina in maniera moderna un nuovo panafricanismo che supera le divisioni etniche ,spesso utilizzate strumentalmente dalle élite al potere ,e si collega con la volontà di cambiamento espressa dai giovani africani anche in altri contesti (vedi le manifestazioni in Senegal e il sostegno ai cambiamenti di regime nell’Africa sub sahariana ) ,imponendo i temi del superamento della struttura di potere neocoloniale emersa dai processi d’indipendenza degli anni 60.

 

 

 

Con Salvatore Minolfi ,studioso di storia contemporanea e autore di un interessante libro sulla genesi della guerra russo ucraina, ricostruiamo la crisi dell’unipolarismo che fa da sfondo alle vicende della guerra europea . Il confronto fra le due grandi potenze al tempo della guerra fredda erano frequenti ,ma si svolgevano nelle aree periferiche dei rispettivi imperi ,mentre l’elemento di discontinuità è ora una “major war” ai confini dei due blocchi e sul terreno europeo. Il sistema unipolare è stato sperimentato in modo  fallimentare in Medio  Oriente con le guerre asimmetriche di Bush ,ma ad errori strategici si sono aggiunti rimedi peggiori con altre guerre disastrose e instabilità diffusa . Ora il declino della leadership e della capacità di proiezione della potenza militare americana hanno condotto all’evaporazione del sogno unipolare accarezzato dai circoli neocon ,contrastato dall’emergere della Cina come sfidante dell’egemone unico.

Tornando alla guerra europea il nocciolo del  confronto è ancora una volta la questione tedesca e il tentativo della Germania con l’operazione del gasdotto con la Russia “North stream ” di disintermediare la relazione con Mosca aggirando le pipelines che passano per la Polonia e l’Ucraina . Usando la metafora della matrioska (le bambole russe che contengono al loro interno altre bambole più piccole) Minolfi prova a spiegare le stratificazioni della guerra russo ucraina fino a riportale al confronto globale incombente .

 

 

 

Infine con Stefano Capello , cerchiamo di capire il senso dell’emergere dell’opzione nazionalista e reazionaria in Europa che sta disarticolando le istituzioni liberali apparentemente disfunzionali alla fase di preparazione bellica che si sta dispiegando.

Il capitale distrugge nella sua crescita caotica, la società nel suo insieme rendendola anomica ed esponendo i cittadini ,ormai  sudditi, all’incertezza e negandogli ogni tutela. In questo quadro di riaffermazione di una società castale e gerarchica ,il nazionalismo ,il ricorso ai  valori tradizionali di  patria e famiglia costistuiscono un collante ,sia pur effimero,per le comunità allo sbando.

La naturalizzazione del darwinismo sociale inscritto nel paradigma ordoliberale e la centralità della guerra come strumento per la risoluzione della crisi strutturale di accumulazione del capitale , producono il proliferare di un ” caos feudale” e di continui conflitti di dissolvenza . Non emerge un modello alternativo in grado di sostuire l’ordine declinante e la tendenza alla guerra non trova nè un opposizione di massa nè un contrasto all’interno delle élite economiche tale da interrompere questo processo.

 

 




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