Carne sintetica: libera nos a malo

In questa puntata di Liberation Front abbiamo ripercorso le tappe dello sviluppo della carne sintetica, prodotto di ingegneria alimentare che fa sempre più parlare di sé sui media mainstream come invenzione salvifica che permetterebbe di eliminare miracolosamente la sofferenza animale, i danni alla salute e l’inquinamento generati dagli allevamenti “tradizionali”. Se la carne sintetica subisce (per ora) un rifiuto “di pancia” da parte dell’opinione pubblica a causa del suo alto livello di artificialità, è meno comune trovare analisi di critica politica che ne smontino la retorica da greenwashing che ovunque porta con sé.

Il sogno moderno dell’industria di sfruttamento animale (come risulta per l’intero sistema industriale, più in generale) è quello di liberarsi dall’eccedenza, dall’imprevisto e dalla scomodità: ogni parte della catena di produzione deve scorrere liscia, senza intoppi o sprechi energetici/economici. In questo senso, il corpo dell’animale, in quanto essere vivente, diviene scomodo, ingombrante, bisognoso di attenzioni e causa di problemi che potrebbero essere evitati creando tessuti animali direttamente in provetta, con le caratteristiche che più aggradano.

La carne sintetica promette di realizzare la trascendenza della carne dalla vita animale”, cristallizzando la visione antropocentrica del dominio umano sul vivente.

Anche il sogno che la carne sintetica non produca sofferenza animale è un’illusione bella e buona: non solo la prima non può sopravvivere senza l’industria della carne tradizionale, ma anche la seconda è parte integrante del processo di produzione di questi nuovi ritrovati tecnologici alimentari.

Oltre ad avere prezzi inaccessibili, che la rende un prodotto elitario, la carne in vitro necessita di tecniche altamente specializzate, scienziati in camici bianchi e laboratori il cui impatto ambientale non è per niente trascurabile, ed è sicuramente più alto di quello relativo alla produzione di alimenti vegetali.

Di questo e molto altro abbiamo parlato nell’audio che potete trovare qui sotto:

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