dalle montagne connesse alle montagne sventrate

il Codarem (comitato per la difesa dalle radiazioni elettromagnetiche) nasce a Bussoleno dopo che alcune famiglie hanno accusato problemi di salute in seguito a delle modifiche apportate ai ripetitori di segnale presenti in città. Da qualche tempo a questa parte anche alcuni comuni della Valsusa stanno sperimentando la tecnologia 5g convertendo centraline telefoniche e ripetitori volti a distribuire il segnale dell”internet delle cose”, così come viene definito da politici e media.
Sbandierata come una tecnologia ineluttabile e imprescindibile per lo sviluppo, la rete 5g cela una grande minaccia per la salute e per la libertà delle persone. Infatti si tratta di una tecnologia non sperimentata, ma attivata direttamente sui territori, trasformando, di fatto, gli abitanti in cavie. A differenza delle precedenti tecnologie, il 5g si sviluppa attraverso micro-segnali che rimbalzano da antenne e ripetitori distribuiti ovunque nei territori, generando disturbi e problemi psicologici e di salute, con la prospettiva, neppure troppo fantasiosa, di convertire le onde alfa dei pensieri in segnali per i dispositivi.
Per affaristi e capitalisti è un grandissimo affare perchè consentirà di produrre oggetti e servizi leggibili dal 5g, rinnovando così l’intero mercato, ma i veri profitti andranno a gestori telefonici (tim, vodafone, ecc) che potranno accaparrarsi ancor più dati che riguardano tutti gli aspetti della vita e della quotidianità delle persone, dagli spostamenti all’apertura del frigorifero. I dati, immagazzinati in enormi data-center, sono l’oro della gig economy, ma anche strumenti per il controllo degli individui e delle masse. Non dimentichiamoci che come spesso accade, le tecnologie nascono in ambito militare per essere poi convertite in ambito civile.
Ne parliamo con Giorgio del Codarem in vista del corteo internazionale contro il 5g del 25 gennaio che si terrà a Torino

 

il 4 gennaio si è svolto a Massa un nutrito corteo contro l’apertura di nuove cave d’estrazione di marmo nelle Alpi Apuane. Da sempre sfruttate per la preziosa pietra bianca, hanno riscontrato negli ultimi 30 anni un impennata produttiva che ha messo a in serio pericolo l’equilibrio dell’ecosistema. Infatti le nuove tecnologie hanno permesso un aumento vertiginoso delle estrazioni, per un ritmo di circa 50milioni di tonnellate l’anno, ma che sta prosciugando l’intero bacino idrico delle Alpi Apuane. Naturalmente ad una maggiore estrazione non corrispondono maggiori assunzioni come vorrebbe invece far credere l’amministrazione e anche l’indotto esce dal territorio di Massa, poichè gran parte del marmo viene utilizzato nell’industria alimentare, della carta e della cosmesi sottoforma di carbonato di calcio.
ne parliamo con Nicola del Cai Massa

 

Infine una veloce analisi sul massacro di scimmie avvenuto il primo di gennaio nello zoo di Kreferl in seguito a un incendio dovuto alle lanterne cinesi. Un ambiente destinato alla prigionia è la causa principale di questa strage, poichè non ha permesso la fuga degli animali




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