frittura mista|radio fabbrica 28/11/2023

 

Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Andrea Cegna del neonato Coordinamento Discontinuità, nuovo cappello nazionale che raccoglie diverse sigle di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo. Partiamo proprio dal farci raccontare la genesi di questo coordinamento e le novità uscite dall’assemblea nazionale on-line che si è svolta lunedì 27 Novembre, per poi tornare sul provvedimento tanto contestato dell’indennittà di discontinuità, approvato in via definitiva dal consigli dei ministri il pomeriggio stesso. Una vera pugnalata a questa categoria, vittima, per questa legislatura, di trovarsi in mezzo ad una diatriba tutta politica che ha sancito questa insensata forma di welfare.

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Il secondo argomento è stato quello della serie di scandali legati alla produzione e anche la distribuzione, del film “Roma Nuda”. Una produzione a cura di Massimiliano Caroletti a dir poco roccambolesca, con chi ci ha lavorato che non è stato pagato per mesi, dopodichè la palla passa ad Adriano Panzironi che rileva il debito precedente per continuare le riprese del film, ma che di fatto non paga neanche lui. Si apre una vertenza sindacale con SLC CGIL che evidentemente inchioda i produttori alle loro responsabilità, ma evidentemente non in maniera efficace, visto che ad oggi, dopo più di 10 anni dall’inizio della lavorazione del film, quasi tutti non hanno ancora ricevuto i loro compensi. Ciliegina sulla torta l’ipocrisia di chi dirige il Torino Film Festival, che accetta Roma Nuda nella sua programmazione, e alle richieste di cancellazione della pellicola dal palinsesto risponde che gli aspetti legali legati al film non sono un discrimine per la diffusione di un film. Fortunatamente la pellicola viene di fatto ritirata dal festival, perchè? Abbiamo intervistato Valentina, truccatrice per Roma Nuda, che ci racconta questi dettagli e tanti altri retroscena legati a questa lunga e  complicata vicenda.

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Il terzo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Andrea Porpiglia, RSU per USB della GTT, riguardo allo sciopero negato del trasporto pubblico locale dal famigerato Ministro Salvini, ecco qualche stralcio dai comunicati del sindacato di base:

“[..]La precettazione da parte del Ministro dei Trasporti Salvini dello sciopero nazionale del TPL di 24 ore, regolarmente indetto dalle sigle dei sindacati di base, altamente rappresentativi nel settore, è tutt’altro che inaspettata. Ciò, però, non toglie la gravità di quanto deciso da Salvini, interprete da padrone delle ferriere dell’art.8 della L.146/90.

Le motivazioni addotte da Salvini per giustificare l’intervento di riduzione della astensione dal lavoro in programma, un potere del Ministro che la legge prevede solo per situazioni eccezionali, sono invece ridicole e suonano come un vero e proprio oltraggio all’esercizio di un diritto costituzionale. Va sottolineato come questo sciopero sia stato indetto più di un mese fa, prima persino di quello di Cigl e Uil, nel pieno rispetto delle più restrittive norme in Europa per l’effettuazione di uno sciopero. Significativo a tale proposito il fatto che la Commissione di Garanzia non ha mosso il benché minimo rilievo alla proclamazione dello sciopero del TPL del 27.11.2023. [..] Per questo motivo, le scriventi Organizzazioni Sindacali hanno deciso unitariamente di RIFIUTARE la riduzione e di SPOSTARE lo sciopero nazionale di 24 ore di tutto il trasporto pubblico locale al 15 dicembre prossimo, sfidando il Ministro Salvini sul terreno dei diritti costituzionali, oltre che nel merito delle questioni poste dalle istanze dei lavoratori, ignorate dalle controparti datoriali e dal responsabile del dicastero dei trasporti.[..]

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Radio Blackout 105.25

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