Frontex e deportazioni – Op. Scintilla 1° grado

Estratti dalla puntata del 30 gennaio 2023 di Bello Come Una Prigione Che Brucia:

 

WAR ON MIGRANTS – AUMENTARE LE DEPORTAZIONI

Parallelamente agli investimenti rivolti al settore militare-sorvegliante, allo sviluppo delle frontiere biometriche, al potenziamento del dispositivo muscolare piazzato alle frontiere e alla loro progressiva esternalizzazione, l’apparato europeo schierato nella War on Migrants sta puntando sull’aumento delle deportazioni.

Per realizzare un incremento delle espulsioni, a cui sta contribuendo in modo crescente Frontex, sono necessari centri di dentezione più capienti, rastrellamenti più capillari, una sovrapposizione del “dispositivo frontiera” a tutto il territorio, ma anche un discreto livello di opacità isituzionale (in particolar modo legato agli accordi di “riammissione”) .

Ne parliamo in compagnia di Yasha Maccanico di Statewatch.org :

Qui l’intervento su black sites e respingimenti informali a cui si fa riferimento nell’intervista

 

 

OPERAZIONE SCINTILLA – SENTENZA DI PRIMO GRADO

L’operazione Scintilla, oltre alla sua dimensione immediatamente repressiva, ha – in qualche misura – rappresentato un fenomeno legato “fronte interno” della War on Migrants, teso a colpire la solidarietà portata alle persone recluse e la lotta contro i centri di detenzione per migranti sul territorio torinese.

Un processo che ha visto l’impiego massiccio di intercettazioni, il tentativo di normalizzare prove antropometriche implausibili, l’attacco alla contro-informazione e alla solidarietà, lo sgombero di un’occupazione storica e conflittuale come l’Asilo Occupato.

Insieme a un compagno imputato, successivamente alla sentenza di primo grado, cerchiamo di analizzare il portato politico di questa inchiesta e dei dispotivi di condanna emanati.




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