Fukushima. Due anni dopo

11 marzo 2013. A due anni dallo tsunami che provocò un l’incidente nucleare della stessa gravità di quello di Chernobyl, l’obiettivo delle autorità giapponesi è creare le condizioni per la riapertura degli impianti.
La priorità è convincere la gente a non avere più paura.
La prefettura di Fukushima ha stretto un accordo con la IAEA (International Atomic Energy Agency) per alleviare le conseguenze dell’incidente. La cooperazione riguarderà il monitoraggio della radiazione, la bonifica, la decontaminazione e la tutela della salute umana.

Per contribuire ad una maggior “consapevolezza” della popolazione, la IAEA si impegnerà nell’organizzazione di conferenze, seminari e gruppi di lavoro, in cooperazione con l’università, per sensibilizzare sugli effetti dell’esposizione alle radiazioni sulla salute. Verranno affrontate, in particolare, le questioni della “paura delle radiazioni” e dei disturbi da stress per chi vive o viveva nella zona intorno Fukushima. Le autorità, che non possono eliminare la radioattività, cercano di “tamponare” la disperazione di chi è stato sradicato dalla propria terra, dalla propria casa, dal proprio lavoro e contemporaneamente di rendere serena l’esistenza di chi, qualche chilometro più in là, è stato autorizzato a rimanere confrontandosi quotidianamente con un pericolo che non si vede, non si sente, non si tocca.
I giapponesi finanzieranno le attività fatte per convincerli che tutto andrà a posto, che la radioattività non li deve preoccupare e che per il progresso, ogni tanto, qualche piccolo dazio si deve pagare. Si tratta di un passaggio fondamentale per il futuro del nucleare in Giappone, perché solo una popolazione “normalizzata” permetterà la riapertura delle centrali nucleari, che possono ancora garantire lauti profitti alle società che le gestiscono.

Sul fronte degli interventi di bonifica e ripristino, per evitare guai Tepco, la società proprietaria della centrale di Fukushima, fa ricorso ad una matriosca di lavoratori in appalto, scaricando così su altre società la responsabilità delle verifiche sulla salute dei lavoratori.
I controlli di Tepco riguardano il controllo degli occhi per verificare casi di cataratta. Un vero caso di fumo negli occhi, per evitare le reali emergenze sanitarie, derivanti dall’esposizione alle radiazioni, il cui livello è tanto alto da rendere impossibile agli umani l’ingresso in alcune aree della centrale colpita dal maremoto.
L’intero sistema è ben lontano dall’essere messo in sicurezza.
Lunghissima la lista dei cibi nei quali è stato rinvenuto un livello di radioattività superiore ai limiti – sin troppo alti – fissati dalle autorità.

Dalle nostre parti è appena scoppiato il caso dei cinghiali radioattivi, animali nei quali è stata riscontrata una quantità abnorme di cesio 137. I cinghiali sono stati abbattuti in Valsesia in provincia di Vercelli. Sono ancora conseguenze dell’incidente di Chernobyl o un po’ di scorie radioattive sono finite nei boschi?

Anarres ne ha parlato con Marzo Tafel. Ascolta la diretta 2013 03 10 tafel fukushima due anni




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