I risvolti predatori dell’eolico: il progetto delle isole Egadi

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La transizione ecologica, entrata ormai a far parte delle agende politiche dell’Occidente, trova nel passaggio a fonti di energia rinnovabili uno dei suoi nuclei programmatici. Ridurre le emissioni di CO2 e altri gas climalteranti è senz’altro necessario a mitigare gli effetti nefasti della crisi ecologica: eppure, la realtà della produzione di energia rinnovabile non sempre rientra nei criteri di sostenibilità.

Quest’ultima precisazione non sembra preoccupare Renexia, società impegnata nei maggiori progetti “verdi” nella penisola, e molte realtà locali interessate dal nuovo progetto di impianto e0lico al largo delle isole Egadi. In questa zona, infatti, si sta pianificando l’installazione di quello che si prevede sarà il più grande parco eolico offshore d’Europa: decine di turbine eoliche galleggianti, di altezza poco inferiore alla Tour Eiffel, distanziate 3,5 km l’una dall’altra nelle acque mediterranee della Trinacria. Un progetto massiccio e invasivo, dannoso per la fauna e la flora marine ma anche per la popolazione locale che sul mare ha sempre fondato la propria sussistenza e la propria cultura. Definita dalla società incaricata un’opera dallo scarso “impatto visivo” e dagli innumerevoli vantaggi dal punto d vista energetico nazionale ed economico locale, il progetto previsto dalle isole Egadi emana soffiate di aria fetida.

Ce ne parla – fornendo dati e dettagli preziosi – Diego, portavoce del comitato creatosi nelle isole Egadi per opporsi a questo progetto predatorio. Potete ascoltare l’intervista qui:




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