Il lavoro sporco: transizione energetica in Sardegna, dall’estrazione al riciclo

Liberation front

La narrazione che vorrebbe dipingere la transizione energetica come green e pulita mostra il suo vero volto, con tutte le sue sfumature, in Sardegna. Da sempre territorio “di sacrificio”, questa regione è ancora una volta nel mirino dell’industria estrattiva, a partire dall’estrazione mineraria. Nuove risorse prime, nuova giostra: i metalli di transizione, come la fluorite, presenti nel sottosuolo sardo sono al centro di nuovi progetti estrattivi. E’ notizia fresca la prossima riapertura della miniera di Gemma Tres Montis, vicino al comune di Silius.

La riapertura delle miniere sarde e di quelle di tutta Europa è parte del progetto europeo di transizione energetica: produrre energia “pulita” richiederà l’estrazione di tonnellate di materiali metallici. Le componenti degli impianti eolici e fotovoltaici e le batterie per immagazzinare l’energia generata da sole e vento, richiedono cospicue quantità di metalli da transizione. In Sardegna, quindi, la riapertura di nuove miniere fa immediatamente pensare anche all’aumento vertiginoso di progetti on- e off-shore di parchi eolici e fotovoltaici.

L’energia generata dagli impianti per le rinnovabili dovrà poi essere trasformata, accumulata e distribuita: è, anche questo, un passaggio importante nelle catene di valore delle risorse per la transizione, che richiede la costruzione di infrastrutture e reti di trasporto. Il Thyrrenian Link è quindi direttamente collegato ai parchi eolici e fotovoltaici, e alla riapertura delle miniere. Miniere, impianti, reti: ne parliamo con un compagno, che ci dipinge come questi tre fattori della transizione energetica si intrecciano in Sardegna:

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Infine, il fiore all’occhiello dell’Europa “sostenibile”, il riciclo, si accinge pionieristicamente a muovere i primi passi in Sardegna. Riciclare i metalli da transizione sembra essere l’unica soluzione per far fronte alla loro tragica scarsità: il litio, il cobalto, la grafite e molti altri materiali presenti nelle batterie potrebbero venire ri-estratti da queste ultime una volta completato il loro ciclo di vita. Il progetto “Black Mass” a firma Glencore, per la riconversione degli impianti di Portovesme, va esattamente in questa direzione, chiudendo il cerco dell’estrattivismo energetico in Sardegna. Ne parliamo con un altro compagno:

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