LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #18 -Rafah resta in attesa. Avdiivka cade in mano ai Russi

La fine della Fine della Storia

La guerra su Gaza va avanti, mentre i morti sono arrivati quasi a 30.000. I bombardamenti seguono incessanti su Rafah e altri campi profughi, in attesa della ormai quasi certa operazione di terra sulla città. 

Mentre la Knesset approvava la decisione del governo israeliano di non accettare alcuna risoluzione unilaterale per la creazione di uno Stato palestinese, nella Striscia di Gaza ieri sono finite ancora una volta nel mirino delle forze armate israeliane le organizzazioni internazionali umanitarie. Le cannonate dei tank hanno colpito per la seconda volta in due mesi un rifugio di Medici Senza Frontiere (Msf) nei pressi di Khan Younis, nel sud della Striscia.

In Cisgiordania proseguono le violenze dei coloni, ormai indistinguibili dall’esercito, essendo molti di loro riservisti, in barba agli appelli di Blinken e Biden e alle sanzioni imposte a quattro coloni con interessi negli Usa.

Per parlare della situazione in West Bank abbiamo raggiunto ai nostri microfoni un cooperante italiano ad Hebron.

Lunedì 19 febbraio era a Torino uno dei fondatori del BDS (Boycott, Divestment, Sanctions) e leader carismatico della società civile palestinese Omar Bargouthi. Riportiamo nel podcast alcuni estratti del suo intervento.

Notizia di ieri è il terzo veto degli USA alla risoluzione per il cessate il fuoco immediato a Gaza. La Gran Bretagna si è astenuta. Si starebbe lavorando a una risoluzione che piaccia agli States, che subordini il cessate il fuoco alla liberazione degli ostaggi e condanni i fatti del 7 ottobre. Una condanna tanto cara a certi ambienti e ad una narrazione che vorrebbe i fatti legati a questa data come l’inizio di tutto, causati dalla follia di Hamas, come per altri versi è l’appellativo “unprovoked war” usato per definire la guerra di Putin contro l’ Ucraina martirizzata per interessi non suoi.

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L’Ucraina devastata da due anni di guerra batte in ritirata da quella che era considerata la vera roccaforte del fronte Donetsk, Avdiivka. Una ritirata su cui si è giocata in parte  anche l’estromissione del generalissimo Zaluzhny. In Europa torna in auge una retorica aggressiva come testimoniano i recenti interventi di Stoltenberg, dell’ammiraglio Bauer (presidente del comitato militare NATO) e della stessa Van Der Leyen, retorica che si è fatta ancora più aggressiva dopo la morte di Navalny. Di questo e di altro abbiamo discusso con il prof. Francesco Dall’Aglio, esperto di Est Europa e autore del canale Telegram War Room.

Ascolta il podcast:

 

MATERIALI

La Palestina e il ruolo dell’Occidente – Incontro con Omar Barghouti (BDS) Torino 19/02/2024

 

 




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